60esimo Parrocchia 17.11.1963-17.11.2023

volto del CrocifissoSettembre, ore sette del mattino

Quando passo da lì, solitamente mi faccio bastare uno sbrigativo segno di croce. Oggi no: voglio fermarmi!

Il sole novello sta tingendo di luce i solchi incisi sulla figura scolpita nel legno. Non sono solo sotto la grossa croce, ma non mi meraviglia questa condivisione.

Anna Rizzo è una delle persone – tra le quali è obbligo ricordare con infinita gratitudine Fernando Confalonieri con la sua operosa squadra di volontari - che amorevolmente si prendono cura di quel sito con tanta passione.

La guardo mentre si occupa di bagnare le piante nei vasi o gettare quelle oramai appassite. Non è nativa di questo rione, dalla Calabria arrivò tanti anni fa trovando alloggio nei palazzi del “Crocione”.

Quel quartiere, nato attorno a quel luogo che ospita l’edicola ove si trova la grande croce, ne ha guadagnato il nome. Sostiene Anna, nella schietta semplicità che la caratterizza, che il tempo dedicato a Gesù non si debba contare!

Toglie le foglie cadute, sostituisce i ceri spenti e si ferma a guardare il bel Crocefisso corroso dalle stagioni…

Mi racconta di un furioso temporale che ha sradicato un lampione e, miracolosamente, ha solo danneggiato la logora targa celebrativa. Lamenta d’essere più volte inciampata sullo sconnesso pavimento pietroso; quei rami sono da tagliare; sono oramai gineprai incolti le aiuole; le inutili catene di recinzione arrugginiscono…

Ascolto, guardo, tocco e non posso che darle ragione. Afferma Anna, quanto sia importante quel luogo, quel Crocefisso, per la gente del quartiere, ma non solo. Nella storia di quel manufatto vi sono piantate le radici di una fede genuina che ha da sempre caratterizzato la nostra gente.

Sino al 1931 là, in via Solferino, vi era solo “la Cruseta”, una metallica crocetta posta sopra un cippo di granito. Questa bassa colonna, situata all’inizio dell’aperta campagna, era il luogo ove le famiglie solevano radunarsi per la preghiera prima delle quotidiane fatiche.

Fu Anna Confalonieri detta “Netta” a suggerirne la trasformazione, proponendo la sostituzione della “Cruseta” con un Crocefisso ligneo.

Dalla Val Gardena arrivò così un magnifico Gesù scolpito che fu fissato a una croce con copertura in tipico stile tirolese. La venerazione per quello che da allora fu chiamato “ul Crusun” divenne festa solenne, con imponenti coreografie a solennizzare l’avvenimento e partecipata sagra cittadina.

Questo sino al 1963, anno in cui fu consacrata la chiesa parrocchiale, che giustamente divenne il nuovo fulcro della vita religiosa.

La grande croce restò luogo di raccoglimento e invito visibile alla preghiera. Nel 1971 si provvide – per un voto espresso da una famiglia del quartiere - alla costruzione di una “cappelletta” a custodia e riparo del sacro manufatto, che però dovette trovare una nuova collocazione nel 1997, resasi necessaria per la modificata urbanizzazione del quartiere.

Da allora una piccola isola verde e alberata, immersa nel traffico e nei nuovi palazzi, ospita la croce con la venerata scultura del Cristo sofferente. Dopo avere ascoltato le parole preoccupate di Anna per le condizioni di quel luogo, avere documentato con alcune immagini quel degrado e visto l’inerzia delle autorità competenti, si è deciso d’intervenire come Confraternita, incoraggiati anche dalla costante e preziosa consulenza di don Gabriele.

Con il contributo di alcuni amici e con l’ausilio delle loro indiscusse capacità manuali, si è provveduto allo smontaggio delle parti staccabili della grossa croce che è stata ricoverata presso il laboratorio del signor Luigi Ferrario, dove si è provveduto alla loro riparazione, sverniciatura e ridipintura.

Il magnifico Gesù Crocifisso intagliato nel legno di cirmolo, vera opera d’arte proveniente dalla Val Gardena che ha visto passare ottantacinque primavere, è stato affidato alle cure amorevoli del signor Luigi Galli. Appassionato e abile falegname, utilizzando con estrema pazienza gli strumenti più adeguati, è riuscito a recuperarne l’originale naturalezza, rivelandone la sua perfetta unicità (ci siamo accorti che ha persino i denti intagliati nella bocca socchiusa).

La fase successiva è stata quella di portare la scultura a un competente restauratore, il signor Emiliano Bianco,che ha completato il risanamento del legno. Trattato con essenze adeguate che ne permetteranno il mantenimento in esterno, il manufatto potrà tornare nell’edicola che lo ospita, continuando a sfidare le intemperie e lo smog. La targa messa a ricordo della nuova sistemazione del 1997, è stata rifatta in marmo e ceramica a cura del signor Fausto Salmistraro.

Sono state tolte le arrugginite catene che ostacolavano l’accesso al luogo costringendo le persone a passare tra i cespugli. E’ stato denunciato il degrado di tutta l’area pubblica alle autorità competenti e ora attendiamo che almeno la sconnessa pavimentazione, causa d’inciampo per gli anziani, sia assestata. Non possiamo che essere riconoscenti verso tutte quelle persone che, volontariamente, gratuitamente e con tanta passione e competenza, hanno dedicato il loro tempo e le loro fatiche a quel luogo così caro a tutti noi, riportandolo al suo originale richiamo.

Nella serata del 25 Marzo, Venerdì Santo, dalla nostra chiesa muoverà una solenne processione che, meditando la passione e morte di Gesù, riaccompagnerà la risanata scultura del Cristo Crocifisso alla sua sede, come si fece - nonostante la pioggia - nella primavera dell’anno 2004, dopo il primo documentato intervento di restauro. Il “Crusun” attende le nostre preghiere, benedicendoci con la sua insostituibile presenza.

Quel luogo deve essere conservato perché è memoria delle nostre radici e testimonianza visibile della nostra fede, in rispetto delle volontà di chi ci ha preceduto su quel religioso cammino lastricato di segni di spontanea religiosità.

Un Confratello