60esimo Parrocchia 17.11.1963-17.11.2023

Gesù iniziò la sua predicazione dicendo: “Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete al Vangelo” (Mc 1, 15)

Il tempo di Quaresima che abbiamo iniziato si caratterizza per tre elementi distintivi:

- la preparazione della Pasqua di Gesù 

  • il ricordo del Battesimo
  • l’esercizio della penitenza, digiuno, conversione 

Questo tempo forte della durata di quaranta giorni, come quelli trascorsi da Gesù nel deserto, ha inizio il primo sabato di Quaresima e si conclude prima del Triduo Pasquale. Le sei settimane di Quaresima sono caratterizzate da alcuni personaggi ovvero la Samaritana, Abramo, il Cieco e Lazzaro che ci aiutano ad avvicinarsi con fede alla Pasqua di Gesù.

Le prime parole di Gesù che compaiono nel Vangelo di Marco sono le stesse che la Chiesa ci propone nel momento in cui riceviamo le ceneri sul capo, a significare con forte realismo la caducità della vita umana.  Queste parole risuonano come proposta di lavoro spirituale non dopo, ma all’inizio dei quaranta giorni della penitenza quaresimale, un lavoro positivo e impegnativo allo stesso tempo. Per vivere bene il tempo di Quaresima siamo tutti invitati a cambiare modo di vivere, abbandonando gli idoli antichi e moderni, cui l’uomo finisce sempre per legare la propria esistenza, e scegliendo, con decisione e docile disponibilità alla grazia di Dio, di aderire al Vangelo di Cristo, come norma sicura e illuminante per l’intera vita. 

La Quaresima è tempo di penitenza, carità e di preghiera, un tempo che ci impone di saper trovare qualche istante più prolungato da inserire nello scorrere dei giorni e degli impegni quotidiani per ascoltare la Parola di Dio che parla al nostro cuore e ci invita ad una piena conversione. Per questo l’invito ad aderire alle varie proposte parrocchiali e comunitarie per vivere in pienezza una Santa Quaresima.

Notizie dal Seminario

La settimana dal 15 al 20 febbraio abbiamo vissuto un intenso periodo di preghiera custodita nel silenzio del Seminario di Venegono Inferiore nel tempo prezioso di ritiro spirituale all’inizio della Quaresima.

I Santi Esercizi sono stati predicati da Sua Eccellenza Reverendissima Mons. Renato Corti sul tema quanto mai attuale della Misericordia ripercorrendo alcuni noti passi Evangelici come la parabola del Figliol prodigo e lasciandoci guidare dall’insegnamento magisteriale dei recenti Pontefici, in particolare dall’Enciclica Dives Misericordia di San Giovanni Paolo II.

La conclusione degli esercizi ha visto come tappa del nostro cammino il Rito di Istituzione dei Lettori con il quale la Chiesa ci invia a servizio della Parola di Dio ai fratelli.

Promettendo una preghiera per ciascuno di voi, chiedo di contraccambiare.

Buona Quaresima e...siate lieti!

Inizio della Quaresima

Domenica 14 febbraio ore 15.30, Celebrazione di "Ingresso in Quaresima" con Vesperi, meditazione, e Rito delle Ceneri

Esercizi spirituali della Comunità Pastorale

Da lunedi 29 febbraio a venerdì 4 marzo secondo il programma che sarà esposto in Basilica e negli avvisi settimanali (predica padre Giampaolo Possenti dei Francescani Minori)

“24 ore per il Signore”

Proposta di preghiera e possibilità di Riconciliazione dalle ore 21 di venerdì 4 marzo alle 21 di sabato 5 marzo, presso la Chiesa del Monastero delle Suore Adoratrici in via Stefano da Seregno 52

Parola e preghiera

+ Via Crucis ogni venerdì di Quaresima: ore 8.30 - 17.00 (in oratorio per i ragazzi) - 21.00 nei quartieri
19 febbraio, Via Crucis al Lazzaretto
26 febbraio, Via Crucis a S. Ambrogio
4 marzo, Via Crucis Cittadina
11 marzo, Via Crucis S. Carlo
18 marzo, Vespero e benedizione con la Reliquia della Croce al Lazzaretto
+ Preghiera personale o in famiglia con il sussidio La Parola ogni giorno in distribuzione in Basilica + La Via Crucis e la parola dell Arcivescovo: nei martedì 23 febbraio, 1, 8 e 15 marzo alle 21 in Duomo e tramite Chiesa TV (canale 195), Radio Marconi o Radio Mater.

Penitenza

Ricordiamo il Precetto della Chiesa che stabilisce:

  • ogni venerdì di Quaresima come giorno di astinenza dalla carne e dai cibi particolarmente ricercati e costosi (per le persone dai 14 anni in poi)
  • il primo venerdì di Quaresima e il Venerdì Santo come giorni di digiuno secondo un saggio criterio personale (per le persone da 18 a 60 anni)

Impegno di solidarietà

In ogni parrocchia è proposta una raccolta di offerte - tramite la fondazione "Aiuto alla Chiesa che soffre"
a favore dei cristiani perseguitati in Iraq. In Chiesa c'è una cassetta allo scopo.
Sabato 12 marzo: presso la parrocchia del Ceredo, per tutta la Comunità Pastorale è proposta la "Cena povera" (previa iscrizione) seguita da una testimonianza sulla Chiesa in Iraq.

Ritiri spirituali

Per ragazzi, adolescenti, giovani, fidanzati, famiglie, per gli adulti e per gli anziani: giorni e orari di specifici ritiri spirituali verranno indicati sui fogli settimanali degli avvisi parrocchiali.

Iniziative di catechesi e di cultura

+ Martedì 18 febbraio ore 21.00 in Sala "Mons. Gandini" (via XXIV Maggio) serata sui temi dell'Anno Santo della Misericordia a cura della Commissione cittadina per l'Evangelizzazione e la Cultura
+ Nei lunedì 15 e 22 febbraio, 1 e 14 marzo: scuola di Bibbia nella parrocchia di S. Carlo
+ Martedì 15 marzo Pellegrinaggio giubilare alla Basilica di S. Antonio a Padova.

Settimana Santa e Pasqua

Dal 20 al 27 marzo: culmine del cammino quaresimale e dell'anno liturgico.

No alla nuova idolatria del denaro

Una delle cause della "globalizzazione dell'indifferenza" si trova nella relazione che abbiamo stabilito con il denaro, poiché accettiamo pacificamente il suo predomino su di noi e sulle nostre società. La crisi finanziaria che attraversiamo ci fa dimenticare che alla sua origine vi è una profonda crisi antropologica: la negazione del primato dell’essere umano! Abbiamo creato nuovi idoli. L’adorazione dell’antico vitello d’oro (cfr. Es 32,1-35) ha trovato una nuova e spietata versione nel feticismo del denaro e nella dittatura di una economia senza volto e senza uno scopo veramente umano. La crisi mondiale che investe la finanza e l'economìa manifesta i pmpri squilibri e, soprattutto, la grave mancanza di un orientamento antropologico che riduce l'essere umano ad uno solo dei suoi bisogni: il consumo.

Mentre i guadagni di pochi crescono esponenzialmente, quelli della maggioranza si collocano sempre più distanti dal benessere di questa minoranza felice. Tale squilibrio procede da ideologie che difendono l’autonomia assoluta dei mercati e la speculazione finanziaria. Perciò negano il diritto di controllo degli Stati, incaricati di vigilare per la tutela del bene comune.

(E.G. 55-56)

Impegno settimanale

Signore, il desiderio di te abita il mio cuore. In questa settimana porrò attenzione nel non cercare di appagare la mia "sete" altrove. 


Domenica 21 febbraio

No alla nuova idolatria del denaro

Dt 6,4a; 11,18-28; Sal 18 (19); Gal 6,1-10; Gv 4,5-42

Gesù le risponde: «Chiunque beve di quest’acqua avrà di nuovo sete; ma chi berrà dell’acqua che io gli darò, non avrà più sete in eterno. Anzi, l'acqua che io gli darò diventerà in lui una sorgente d’acqua che zampilla per la vita eterna». «Signore - gli dice la donna -, dammi quest ’acqua, perché io non abbia più sete».. (Gv 4,13-15a)

La sete è il simbolo dei nostri desideri più profondi, dei nostri desideri più autentici, e Gesù ci dice che c’è una sovrabbondanza di vita che solo lui può donare. Questo dono, il Signore è venuto a portarlo per tutti, il suo invito a bere quest’acqua che zampilla per la vita eterna è gratuito e sempre disponibile. C’è una sete legata ai diritti fondamentali di ogni uomo e ai beni di prima necessità, ma c’è anche la sete di Dio, che ci spinge ad abbracciare l’annuncio liberante del perdono dei peccati e del male commesso in nome di una comunione che ci viene promessa per la vita eterna.

Preghiamo

C'è nell ’anima una preghiera
che non conosce tregua: è il desiderio.Qualunque cosa tu faccia,
se desideri amare Dio tu non smetti mai di pregare.
Se vuoi non smettere di pregare,
non smettere nemmeno di desiderare.
S. Agostino


Lunedì 22 febbraio

No alla nuova idolatria del denaro

Gen 17,1b-8; Sal 118(119), 25-32; Pr 5,1-13; Mt 5,27-30

Avete inteso che fu detto: Non commetterai adulterio. Ma io vi dico: chiunque guarda una donna per desiderarla, ha già commesso adulterio con lei nel proprio cuore: Se il tuo occhio destro ti è motivo di scandalo, cavalo e gettalo via da te: ti conviene infatti perdere una delle tue membra, piuttosto che tutto il tuo corpo venga gettato nella Geènna. E se la tua mano destra ti è motivo di scandalo, tagliala e gettala via da te: ti conviene infatti perdere una delle tue membra, piuttosto elle tutto il tuo corpo vada a finire nella Geènna Mt 5,27-30

Attraverso gli occhi, noi possiamo guardare il mondo e il mondo può entrare dentro di noi. Attraverso le mani noi possiamo toccare, conoscere, costruire, possiamo entrare in contatto con la realtà e con gli altri. Nel Vangelo l’occhio indica ciò che guardiamo con desiderio, la mano indica le azioni che compiamo. Ciò che conta è quello che abbiamo nel cuore, perché proprio il nostro cuore è la sorgente che alimenta i desideri e le scelte concrete che possono essere orientate al bene o al male. È lì che dobbiamo imparare a scendere, nel silenzio della preghiera, per incontrare colui che vi abita, colui che ogni giorno bussa e ci chiede di allargare il nostro cuore alla misura di un amore più grande di noi.

Preghiamo

Fammi vivere secondo la tua parola,
fammi conoscere la via dei tuoi precetti
e mediterò le tue meraviglie.
Ho aderito ai tuoi insegnamenti:
Signore, che io non debba vergognarmi.
Salmo 118


Martedì 23 febbraio

No alla nuova idolatria del denaro

Gen 13,1b-11; Sal 118 (119),33-40; Pr 5,15-23; Mt 5,31-37

Ma io vi dico: non giurate affatto, né per il cielo, perché è il trono di Dio, né per la terra, perché è lo sgabello dei suoi piedi, né per Gerusalemme, perché è la città del grande Re. Non giurare neppure per la tua testa, perché non hai il potere di rendere bianco o nero un solo capello. Sia invece il vostro parlare: "Sì, sì", "No, no"; il di più viene dal Maligno.(Mt, 5,34-37)

Gesù ci fa entrare nella misericordiosa conoscenza che egli ha del Padre e dei suoi desideri: il rapporto che il Signore ha con noi è un rapporto senza limiti, un amore che non si ferma neppure di fronte al peccato e alla morte. Per questo anche il giuramento è superfluo; il Signore chiede che ogni nostra parola sia vera, che la nostra relazione con l’altro sia sincera, rispettosa e onesta. Il Signore ci chiede di misurare le nostre parole sulle sue parole, i nostri pensieri sui suoi pensieri, i nostri affetti sui suoi affetti. Il Signore chiede che le nostre parole esprimano con sincerità le convinzioni del cuore. Ci sembra impossibile? Lo è per noi ma non per Dio. È lui che ci attira con il suo amore perfetto, per trasformare ciò che c’è di impuro in noi in qualcosa di meraviglioso per Lui.

Preghiamo

Insegnami Signore la via dei tuoi decreti
e la custodirò sino alla fine.
Dammi intelligenza perché io custodisca la tua legge
e la osservi con tutto il cuore.
Guardami sul sentiero dei tuoi comandi
Perché in essi è la mia felicità.
Salmo 118


Mercoledì 24 febbraio

No alla nuova idolatria del denaro

Gen 14,11-20a; Sal 118 (119),41-48; Pr 6,16-19; Mt 5,38-48

Avete inteso che fu detto: Amerai il tuo prossimo e odierai il tuo nemico. Ma io vi dico: amate i vostri nemici a pregate per quelli che vi perseguitano, affinché siate figli del Padre vostro che è nei cieli; egli fa sorgere il suo sole sui cattivi e sui buoni, e fa piovere sui giusti e sugli ingiusti. Infatti, se amate quelli che vi amano, quale ricompensa ne avete? Non fanno così anche i pubblicani? E se date il saluto soltanto ai vostri fratelli, che cosa fate di straordinario? Non fanno così anche i pagani? Voi, dunque, siate perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste.(Mt, 5,43-48)

La vendetta tende a fare un male più grande di quello ricevuto. Per questo il Signore sembra chiedere l’impossibile: amare i propri nemici e credere nella reale possibilità di conversione nostra e dei fratelli. Se questo fosse impossibile, il Signore ci indica la via della mitezza che va esercitata nella dolcezza, ma anche nella fermezza di chi cerca di promuovere la giustizia. Giustizia che viene solo dal cuore di Dio, l’unico perfetto. Lo scoprire nel nostro intimo qualche piccola conversione diventa motivo di gioia profonda; perché mai, dunque, non dovrebbe esserlo la possibile conversione di chi ci sta vicino? Impariamo a lasciarci stupire da quest’ottica così stravolgente.

Preghiamo

Signore, insegnami, a non amare solo me stesso, a non amare soltanto quelli che mi amano. Insegnami a pensare agli altri, ad amare quelli che nessuno ama, e fa', o Signore, che impari a soffrire della sofferenza degli altri. Non permetter più, o Signore, che io viva felice e da solo.
Raoul Follereau


Giovedì 25 febbraio

No alla nuova idolatria del denaro

Gen 16,1-15; Sal 118 (119),49-56; Pr 6,20-29; Mt 6,1-6

State attenti a non praticare la vostra giustizia davanti agli uomini per essere ammirati da loro, altrimenti non c’è ricompensa per voi presso il Padre vostro che è nei cieli. Dunque, quando fai l’elemosina, non suonare la tromba davanti a te, come fanno gli ipocriti nelle sinagoghe e nelle strade, per essere lodati dalla gente. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Invece, mentre tu fai l’elemosina, non sappia la tua sinistra ciò che fa la tua destra, perché la tua elemosina resti nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà.(Mt, 6,1-4)

L’importante non è tenere lo sguardo su di me e compiacermi di quello che faccio, ma piuttosto tenere lo sguardo sul Signore e sul bisogno del fratello. L’importante non è che gli altri mi vedano, ma che il Padre veda nel segreto del mio cuore e mi doni la gioia. La nostra relazione con Gesù ci chiede di tenere sempre insieme due poli: Dio che è amore e le nostre mani vuote. A noi viene chiesta l’umiltà di riconoscere la nostra finitezza e povertà, di accettare la nostra imperfezione e impotenza, senza cercare di mostrare altro. Dalla parte di Dio Padre c’è amore misericordioso sul quale lui ci chiede di imparare a contare. È qui che si costruisce una fiduciosa relazione d’amore che può unire solo nel silenzio del cuore.

Preghiamo

Ricordati della parola detta al tuo servo
con la quale mi hai dato speranza.
Questo mi consola nella mia miseria:
la tua promessa mi fa vivere.
Salmo 118


Venerdì 26 febbraio

No alla nuova idolatria del denaro

giorno aneucaristico

Mosè convocò tutto Israele e disse loro: «Ascolta, Israele, le leggi e le norme che oggi io proclamo ai vostri orecchi: imparatele e custoditele per metterle in pratica. Il Signore, nostro Dio, ha stabilito con noi un’alleanza sull’Oreb. Il Signore non ha stabilito quest’alleanza con i nostri padri, ma con noi che siamo qui oggi tutti vivi».(Dt, 5,1-3)

Mosè chiama a sé tutto il popolo, il Popolo santo di Dio. Mosè non chiama alcuni, un’élite, un gruppo di persone migliori, ma attraverso questo “Ascolta Israele” dice che anche noi, “che siamo qui oggi tutti vivi”, siamo invitati a partecipare all’esperienza dell’amore di Dio. La Parola del Signore si rivolge a noi personalmente attraverso un comandamento specifico che esprime la sua volontà e ci permette di entrare in relazione con lui. Sarà il nuovo testamento poi a mostrarci la via: Gesù Cristo come rivelazione del Padre, come Torà fatta persona. La logica del comandamento principale, quindi, si riferisce alla relazione con Gesù stesso: amare Lui, seguire Lui, credere in Lui.

Preghiamo

Padre nostro,
ti chiediamo di allargare il nostro cuore
e di renderlo docile all’ascolto della tua parola viva ed efficace.
Donaci il tuo Spirito affinché essa penetri in noi
come una spada a doppio taglio,
donandoci la forza di seguire Gesù tuo Figlio,
colui che è la tua Parola fatta carne,
il tuo volto e la tua immagine, il racconto del tuo amore per noi.


Sabato 27 febbraio

No alla nuova idolatria del denaro

Is 6,8-13; Sai 25 (26); Eb 4,4-12; Mc 6,1b-5

(Mc 6,2b-5)

Gesù può operare miracoli solo se noi abbiamo il coraggio di credere in lui, anche quando l’evidenza di tante situazioni ci porterebbe a dire che non è possibile. Solo la fede può riconoscere ciò che viene da Dio. Gesù, colui che è venuto a raccontarci il cuore del Padre, colui che si lascia coinvolgere dalla situazione tragica degli uomini che incontra, dal loro peccato e dalla loro miseria fisica e morale, ci chiede di avere fede e di aprire il nostro cuore alla fiducia. Se ci chiudiamo in noi stessi, nel nostro piccolo mondo, nei nostri piccoli e grandi problemi, non saremo mai in grado di riconoscere la presenza di Gesù, non saremo mai in grado di guardare la realtà che ci circonda ogni giorno con uno sguardo di stupore e di lode. Eppure Dio lo fa con noi ogni giorno!

Preghiamo

Confido nel Signore, non potrò vacillare.
Scrutami Signore e mettimi alla prova,
raffinami al fuoco il cuore e la mente.
La tua bontà è davanti ai miei occhi,
nella tua verità ho camminato.
Salmo 25


No a un’economia dell’esclusione

Cosi come il comandamento “non uccidere” pone un limite chiaro per assicurare il valore della vita umana, oggi dobbiamo dire no a un'economia dell ’esclusione e della inequità”. Questa economia uccide. Non è possibile che non faccia notizia il fatto che muoia assiderato un anziano ridotto a vivere per strada, mentre lo sia il ribasso di due punti in borsa. Questo è esclusione. Non si può più tollerare il fatto che si getti il cibo, quando c ’è gente che soffre la fame. Questo è inequità. Oggi tutto entra nel gioco della competitività e della legge del più forte, dove il potente mangia il più debole. Come conseguenza di questa situazione, grandi masse di popolazione si vedono escluse ed emarginate: senza lavoro, senza prospettive, senza vie di uscita. Si considera l’essere umano in se stesso come un bene di consumo, che si può usare e poi gettare. Abbiamo dato inizio alla cultura dello “scarto” che, addirittura, viene promossa. Non si tratta più semplicemente de! fenomeno dello sfruttamento e dell’’oppressione, ma di qualcosa di nuovo: con l'esclusione resta colpita, nella sua stessa radice, l’appartenenza alla società in cui si vive, dal momento che in essa non si sta nei bassifondi, nella periferia, o senza potere, bensì si sta fuori. Gli esclusi non sono “sfruttati” ma riiuti, “avanzi”.

(E.G. 53)

Impegno settimanale

Leggo ogni giorno un brano del capitolo 5 del Vangelo di Matteo.


Domenica 14 febbraio

No a un’economia dell’esclusione

Gl 2,12b-18; Sal 50 (51); 1Cor 9,24-27; Mt 4,1-11

Allora Gesù fu condotto dallo Spirito nel deserto, per essere tentato dal diavolo. Dopo aver digiunato quaranta giorni e quaranta notti, alla fine ebbe fame. Il tentatore gli si avvicinò egli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, dì che queste pietre diventino pane». Ma egli rispose: «Sta scritto: Non di solo pane vivrà l’uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio». (Mt 4,1-4)

In quei quaranta giorni passati da Gesù nel deserto in solitudine e in tentazione c’è un significato profondo. Dio parlò a lui come parlò al suo popolo Israele con il profeta Osea: «Perciò, ecco, io la sedurrò, la condurrò nel deserto e parlerò al suo cuore» (Os 2,16). Quell’antica promessa si compie ancora oggi, nei giorni di questa Quaresima, in noi. A noi Dio dice: «Ti sedurrò, ti condurrò nel deserto e parlerò al tuo cuore». La Quaresima è un tempo, è un luogo perché Dio possa parlare al nostro cuore. La vittoria di Gesù sul diavolo è frutto di un lungo tempo dedicato all’ascolto nel suo cuore della voce del Padre ed insieme una risposta alla stessa voce di Dio. La nostra vittoria sul maligno in questa Quaresima può essere preparata attraverso l’ascolto della voce del Padre, con le nostre orecchie, con la nostra mente, col nostro cuore e con tutto il nostro essere.

Preghiamo

O Padre, aiuta me e tutti gli uomini a capire che l’uomo non vive di solo pane, ma di ogni parola che tu, attraverso il tuo figlio Gesù, ci offri. Amen.


Lunedì 15 febbraio

No a un’economia dell’esclusione

Gen 2,18-25; Sal 1; Pr 1,1a.20-33; Mt 5,1-12a

Vedendo le folle, Gesù saliì sul monte: si pose a sedere e si avvicinarono a lui i suoi discepoli. Si mise a parlare e insegnava loro. Mt 5,1-2a

Spesso ci chiediamo dove possiamo trovare Dio, come possiamo ascoltare la sua voce e come possiamo conoscere i suoi pensieri. Nei tempi antichi era comune pensare che si potesse incontrare Dio solo in luoghi speciali, distanti e tradizionalmente importanti come le montagne. Forse per questa ragione Matteo racconta il primo discorso di Gesù su un monte. Ma il monte di cui Matteo parla non è esclusivamente un luogo geografico. Il monte nella Bibbia non è un luogo reale ma un luogo simbolico che comprende ogni luogo ed ogni tempo in cui ciascun uomo si apre all’ascolto della parola di Dio. Saliamo allora oggi, là dove siamo, sul monte con Gesù. Ascoltiamo cosa ha da dirci mentre ci racconta la via della felicità, della gioia profonda, della beatitudine su questa terra.

Preghiamo

O Padre, illumina i miei occhi perché io possa riconoscerti nella mia vita di ogni giorno e diventi capace di ascoltare Te, via buona della mia vita. Amen.


Martedì 16 febbraio

No a un’economia dell’esclusione

Gen 3,1-8; Sal 118 (119),1-8; Pr 3,1-10; Mt 5,13-16

Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al Padre vostro che è nei cieli. (Mt, 5,16)

Quando Gesù con la sua parola parla al cuore nella vita quotidiana noi diventiamo persone luminose e il nostro agire diventa evidentemente buono. Siamo luce, certo, ma evitiamo la tentazione di fare cose buone per essere riconosciuti e applauditi. Rimaniamo il più nascosti possibile, perché se la luce entra direttamente negli occhi acceca. La luce illumina ogni cosa, ma mai dobbiamo guardare direttamente alla luce. Non è alla luce che bisogna guardare, ma alle cose che dalla luce sono illuminate. Il frutto del nostro ascolto della Parola deve rimandare solo al Padre nostro che è nei cieli, colui che rivela a noi la nostra vera identità.

Preghiamo

Dio Padre tu ci hai fatti luce e sale. Donaci la forza di non tradire la tua fiducia oscurando il mondo con la nostra tiepidezza ma facci testimoni del tuo sapore nuovo. Amen.


Mercoledì 17 febbraio

No a un’economia dell’esclusione

Gen 4,1-16; Sal 118 (119),9-16; Pr 3,19-26; Mt 5,17-19

Non crediate che io sia venuto ad abolire la Legge o i Profeti; non sono venuto ad abolire, ma a dare pieno compimento. (Mt, 5,17)

L’insegnamento di Gesù è certamente qualcosa di nuovo ma, lo rende chiaro lui stesso, non è venuto ad abolire la legge che fu data da Dio al suo popolo come espressione dell’alleanza. Gesù, ora, attraverso la sua presenza, porta a compimento ciò che la legge ha promesso e i profeti hanno spiegato. Gesù vuole andare oltre. Vuole arrivare al cuore di ciò che Dio ha rivelato al suo popolo muovendo ancora oggi tutti noi ad una interpretazione creativa e generosa delle sue leggi. L’ascolto della sua Parola, guidati dallo Spirito, apre a spazi di libertà inaspettati per costruire qui e oggi il regno di Dio. Come Gesù impariamo ad interpretare ogni legge cercando di cogliere come viverla per il bene dell’uomo.

Preghiamo

Dio Padre, attraverso la Parola del tuo Figlio Gesù aiutami a comprendere i tuoi insegnamenti antichi e sempre nuovi. Possano le azioni della mìa vita quotidiana proclamare la presenza del tuo Regno che insieme siamo chiamati a costruire qui in terra. Amen.


Giovedì 18 febbraio

No a un’economia dell’esclusione

Gen 4,25-26; Sal 118 (119),17-24; Pr 4,1-9; Mt 5,20-26

Io vi dico infatti: se la vostra giustizia non supererà quella degli scribi e dei farisei, non entrerete nel regno dei cieli. (Mt, 5,20)

Gli scribi e i farisei non erano persone cattive ma buoni fedeli. Osservavano attentamente le leggi del Dio d’Israele, ma erano incapaci di quella generosità a cui Gesù invita ciascuno di noi. La loro interpretazione letterale li rendeva sicuri che l’obbedienza ai comandamenti di Dio li avrebbe portati alla salvezza. Ma è proprio questa lettura minimalista della Parola che Gesù contesta con forza. È facile non uccidere fisicamente una persona, ma questo non è sufficiente e non garantisce amore per i fratelli. Gesù vuole aiutarci a capire il significato originario dei comandamenti di Dio che invitano ad una creatività positiva che solo la nostra libertà personale può individuare ogni giorno. Uno straordinario quotidiano è ciò che il Vangelo ci chiede.

Preghiamo

Dio Nostro Padre, dona a ciascuno di noi il coraggio di fare sempre qualcosa di più perché sappiamo che la generosità nell 'amare non ha limiti ed è la sola che può rendere visibile il tuo Regno qui ed ora. Amen.


Venerdì 19 febbraio

No a un’economia dell’esclusione

giorno aneucaristico

Ecco, io ho posto davanti a voi la terra. Entrate e prendete possesso della terra che il Signore aveva giurato ai vostri Padri. (Dt, 1,8a)

Nel cammino di conversione che la Quaresima ci propone non dobbiamo mai dimenticarci della promessa che Dio ha fatto a noi e prima ancora ai nostri Padri. C’è una terra che ci attende, c’è una vita nuova che ora non riusciamo ancora ad intravedere ma che è la meta a cui puntiamo. C’è un senso nei passi che compiamo ogni giorno. Ci è chiesto di avere gli occhi di Mosè nel cammino dell’Esodo che rimase saldo, come se vedesse l’invisibile (Eb ll,27b). Dio non tradirà la sua promessa, e noi accompagnati dalla sua Parola quotidiana possiamo entrare in quella novità che è la salvezza del Risorto per l'umanità intera. Se anche nel percorso di questi giorni sperimenteremo la fame e la sete, lo smarrimento e la tentazione, non dimentichiamoci che Dio è fedele per sempre.

Preghiamo

Dio buono e fedele che guidasti il tuo popolo Israele \eiso la terra promessa, fai sentire a me e a noi tutti che la tua Pianoforte e potente ci guida e nessun pericolo potrei sti apporci da te, il Dio che di generazione in generazione non ha mai abbandonato i nostri Padri. Amen.


Sabato 20 febbraio

No a un’economia dell’esclusione

Os 6,4-6; Salili (112); Rm 13,9b-14; Mt 12,1-8

Se aveste compreso che cosa significhi: Misericordia io voglio e non sacrifici, non avreste condannato persone senza colpa. (mt, 12,7)

È bello osservare come Gesù non consideri il nostro sacrificio come un valore assoluto e prioritario. Ciò che a lui sta a cuore non è l’osservanza scrupolosa della legge che può anche far soffrire l’uomo. Nel dare priorità ai bisogni delle persone, Gesù non manca di rispetto alle leggi, ma le interpreta in maniera da far risaltare nel compimento attuale la buona intenzione originaria di Dio. Tutto ciò che è fatto per il bene dell’uomo non è mai irrispettoso del comandamento di Dio. Ciò che Dio chiede a noi è di condividere con i nostri fratelli quella misericordia e quell’amore che da lui riceviamo per la vita. Evitiamo la tentazione di condannare persone senza colpa, perché il nostro Dio è venuto a liberarci aprendo il nostro sguardo ad una libertà nuova..

Preghiamo

Dio di ogni bontà, che prendendoti cura di noi tuoi figli vuoi misericordia, apri il nostro cuore e il nostro spirito a questa esperienza che solo può farci guardare alla nostra vita cristiana con gratitudine e riconoscenza per il dono della tua infinita salvezza. Amen.


SFILATA CITTADINA

Sabato 13 febbraio - Sfilata dei carri di Carnevale degli oratori di Seregno.

Partenza dagli oratori alle ore 14.00. Scarica la locandina.