Grazie per la  vita spesa con amore, passione e fedeltà al servizio degli ultimi.

 

 

Padre Ferdinando Colombo, prete da 60 anni ma il suo cuore è rimasto nella ‘sua’ Africa - Amico della Famiglia - Maggio 2016

 

da : "Sant'Ambrogio una chiesa e la sua gente"

Un altro aiuto insperato e provvidenziale venne a don Luigi dal forzato rientro in patria di padre Ferdinando Colombo, missionario comboniano originariamente parrocchiano di S. Valeria ma la cui famiglia si era trasferita in una delle villette costruite dalle Adi in via Toniolo.

La guerra civile scoppiata in Congo, dove padre Colombo svolgeva il suo ministero e che non risparmiava persecuzioni ed uccisioni di religiosi, lo aveva costretto suo malgrado a fare ritorno a Seregno.

E qui incominciò a frequentare la nuova parrocchia e, complici i suoi avventurosi racconti di missione, diventò una sorta di assistente dei ragazzi e delle ragazze oltre che un validissimo collaboratore del parroco cui dava non pochi ed illuminati consigli


Ricordiamo che :

....Padre Ferdinando Colombo era presente il 13 novembre 1963 giorno in cui è stata consacrata la nostra chiesa......



....Padre Ferdinando Colombo era presente quando è nata la Confraternità del Santissimo Sacramento......



....Padre Ferdinando Colombo era presente il 13 novembre 2013 giorno in cui è stato celebrato il 50° anniversario della nostra chiesa......

Seregno: addio a padre Ferdinando Colombo, per anni missionario in Congo (ilcittadinomb.it)

Lutto per padre Ferdinando il missionario "di frontiera" Il Giornale di Seregno - Martedì 24 ottobre 2017

Addio a padre Colombo: "Prega per noi e per la tua Africa"Il Cittadino di Monza e della Brianza - sabato 28 ottobre 2017

Ricordo/un legame nato con la consacrazione della Chiesa nel 1963 - Sant’Ambrogio, la parrocchia di padre Colombo dove faceva il prete quando l’Africa lo respingeva. - L'Amico della Famiglia – Novembre 2017

Lutto/Il missionario comboniano si è spento a 87 anni. I funerali a S. Ambrogio - L’addio a padre Ferdinando Colombo, una vita dedicata ad annunciare il Vangelo in Africa. - L'Amico della Famiglia – Novembre 2017

pagine tratte dal libro "LA VIE EST UN COMBAT - CONGO E UGANDA - LA GUERRA DEI BAMBINI"

Il saluto a Padre Ferdinando Colombo - Guarda la galleria fotografica - (foto concesse da Paolo Colzani)

L'omelia di don Gabriele durante il funerale di Padre Ferdinando Colombo

Ricordo di un amico oltre che confratello nel sacerdozio - di don Carlo Silva

Ricordo di padre Colombo - un confratello

Che non passi mai un solo giorno senza amarti che non passi senza di Te senza la bellezza limpida che santifica ogni cosa in noi e illumina l’oscurità - Patrizia

PARROCCHIALE DI SANT’AMBROGIO 

A Sant’Ambrogio fu dedicata la seconda chiesa parrocchiale di Seregno verso il XV secolo: ma l’edificio era probabilmente più antico dato che il corpo centrale presentava una forma poligonale. Successivamente, la chiesa fu demolita nel 1595 e rifatta nei primi anni del 1600.

La Chiesa comparrocchiale di Sant’Ambrogio ha referenze che non escludono di poter collocare le sue remote origini ai primi tempi della conversione alla fede. A completare questa tesi basta ricordare la scoperta, fatta alla fine del secolo XIX, del sottosuolo della Chiesa di una moneta in bronzo dell’imperatore Lucio Vero (161-169).

La frazione della Parrocchia di Sant’Ambrogio contava il piccolo Monastero dell’Annunziata del secolo XV annesso ai possedimenti dello stesso edificio parrocchiale, soppresso e unito nel febbraio del 1576 all’antica e assai più vigorosa comunità di San Vittore di Meda.

La nostra chiesa parrocchiale fu voluta dal prevosto Mons. Bernardo Citterio e dal Canonico don Luigi Fari che ne sarebbe stato il primo parroco. La prima pietra fu benedetta dall’allora Cardinale di Milano Mons. Giovani Battista Montini il 30 giugno 1959 presso la Basilica Collegiata San Giuseppe.

benedizione prima pietra card Montini

La costruzione proseguì fino al 1963 quando la chiesa fu consacrata dall’allora Arcivescovo di Milano Mons. Giovanni Colombo.

17 novembre 1963 - Processione con le reliquie di Sant'Ambrogio,

San Gervaso e Protaso collocate nell'altare.

Processione con le reliquie di Sant'Ambrogio

17 Novembre 1963 - Riti di Consacrazione.

Riti di Consacrazione

17 Novembre 1963 - Riti di Consacrazione.

Riti di Consacrazione

Primo parroco della parrocchia fu il Canonico don Luigi Fari che la governò dal giorno della sua consacrazione fino al 26 agosto 1991 giorno della sua morte.

don Luigi Fari

26 Giugno 1964 - Ingresso del primo parroco Canonico Don Luigi Fari.

Ingresso don Luigi Fari

Promossa da don Luigi è sempre stata la venerazione della Beata Vergine Maria della quale festeggiamo ancora oggi con grande fervore la memoria dell’apparizione di Fatima come festa Capotonale.

26 Giugno 1964 - Benedizione del simulacro della Beata Vergine di Fatima compatrona della Parrocchia.

Benedizione del simulacro della Beata Vergine di Fatima

26 Giugno 1964 - Processione Mariana per l'ingresso del primo parroco Can. Don Luigi Fari.

Processione Mariana

A don Luigi succedette don Guglielmo Rigamonti che fu parroco fino al 1997.

20 Settembre 1992 - Ingresso del Parroco don Guglielmo Rigamonti.

Ingresso del Parroco don Guglielmo

Dopo la scomparsa per malattia del caro parroco don Guglielmo Rigamonti ecco la nomina di don Giuseppe Conti, incarico che mantenne fino al 2008 quando fu destinato alla Prevostura di Appiano Gentile.

18 Maggio 1997 - Ingresso del parroco don Giuseppe Conti.

Ingresso del Parroco don Giuseppe

18 Giugno 2006 - Processione Cittadina del Corpus Domini nel 25° Anniversario di Ordinazione del parroco don Giuseppe Conti.

Processione Cittadina del Corpus Domini

Dopo undici anni è don Giovanni Olgiati a succedere a don Giuseppe Conti.

7 Dicembre 2008 - Ingresso del Parroco don Giovanni Olgiati accolto alle porte della chiesa dal Vicario Episcopale Mons. Armando Cattaneo.

Processione Cittadina del Corpus Domini

Sotto la sua giuda nascerà la Comunità Pastorale “San Luca” composta dalle parrocchie di Sant’Ambrogio, Beata Vergine Addolorata al Lazzaretto e San Carlo.

Il parroco don Giovanni Olgiati durante la Santa Messa nella Domenica delle Palme.

don Giovanni Olgiati durante la Santa Messa  Domenica delle Palme

Il suo mandato terminerà nell’agosto 2012 quando verrà nominato Amministratore Parrocchiale don Renato Bettinelli.

1 Gennaio 2013 - Nomina di don Renato Bettinelli amministratore parrocchiale.

Foto di gruppo coi Confratelli del Santissimo Sacramento

don Renato Bettinelli coi Confratelli del Santissimo Sacramento

l 17 novembre 2013 la comunità si è raccolta per ricordare il 50° anniversario di consacrazione del sacro tempio a Dio con una solenne Concelebrazione presieduta da Sua Eminenza Reverendissima il Cardinale Dionigi Tettamanzi.

50° anniversario

7 Novembre 2013 - Santa Messa Solenne presieduta da Sua Eminenza Reverendissima il Cardinale Dionigi Tettamanzi e concelebrata da Mons. Bruno Molinari, Prevosto, Don Renato Bettinelli, Amministratore Parrocchiale, Don Giovani Olgiati, Don Giuseppe Conti, Padre Ferdinando Colombo, Don Gabriele Villa, Don Tiziano Sangalli.

il Cardinale Dionigi Tettamanzi

il Cardinale Dionigi Tettamanzi

volto del CrocifissoPer anni, sino alla costruzione della chiesa e alla istituzione della parrocchia, è stata la festa dell'antico quartiere.

Ripresa e riproposta con altre motivazioni è oggi la festa di fatto più importante del centro; la parrocchia S. Giuseppe l’ha infatti trasformata nella festa della Basilica, dopo la elevazione a tale titolo della Collegiata, la famosa "Rotonda", all’inizio degli anni Ottanta per decisione del Papa "amico" Giovanni Paolo II.

La festa del Crocefisso continua dunque ad essere un importante appuntamento spirituale della intera città, ma le sue origini risalgono all’inizio degli anni Trenta. Nel 1931 infatti, l'allora e indimenticato assistente dell'oratorio femminile Maria Immacolata della parrocchia S. Giuseppe, don Domenico Barbanti, assecondò il desiderio di una delle sue più attive catechiste, Anna Confalonieri, più conosciuta come "Netta”.

La ragazza abitava in via Solferino e voleva sostituire con un Crocefisso più grande ed artistico, la piccola croce con il Cristo in ferro posta alla sommità di una colonnina di granito chiamata la "Cruseta " e situata di fatto all’inizio dell’aperta campagna, attorno alla quale i contadini e le loro famiglie solevano radunarsi per qualche momento di raccoglimento e per le funzioni della benedizione dei campi previste dal calendario liturgico.

Don Domenico commissionò dunque agli artigiani-artisti della Val Gardena, ancora oggi famosi proprio per la realizzazione di opere religiose in legno, un Crocefisso in legno scolpito che è lo stesso che ancora oggi si può ammirare ali 'interno della cappelletta di via Solferino.

Il supporto in legno e la relativa struttura della copertura in stile tirolese vennero realizzati dai fratelli Agostino e Giovanni Villa (Gianit) con la collaborazione del cugino Pietro Villa, mentre a Claudio Galimberti, che lavorava come muratore, toccò di costruire e collocare il sostegno cubico di granito.

Collocato il nuovo Crocefisso venne istituita la festa in suo onore, la quarta domenica di settembre. Inizialmente la celebrazione avveniva in modo molto semplice con funzioni religiose attorno alla Croce addobbata; col passare del tempo ed il maggiore coinvolgimento di gran parte della comunità rionale, motivata anche dalla spinta a rivaleggiare con le feste tradizionali di altri quartieri, vennero ideate e realizzate vere e proprie coreografie per solennizzare l'appuntamento.

Ad Anna Confalonieri subentrò via via nell' organizzazione la sorella Francesca, più nota come Cecchina, che divenne un pò la "custode " universalmente riconosciuta, della tradizione per gli oltre trent’anni in cui la festa venne celebrata.

Con le sorelle Confalonieri non si possono però non menzionare molti altri sostenitori attivi ed entusiasti della manifestazione come i fratelli Eugenio e Carlo Villa, Giuseppe Resnati, Paolo Santambrogio, Giuseppe Redaelli (Pepin di Briuschin) che con il suo carretto non mancava mai di recuperare ogni anno il legname occorrente. E tanti altri che hanno prestato la loro opera ed i cui nomi si sono persi nel ricordo ma che hanno sicuramente meritato agli occhi di Gesù, che dalla croce li vedeva impegnarsi e lavorare per la sua gloria.

Gli anni di maggiore splendore della ricorrenza furono segnati dalla presenza alle celebrazioni del prevosto di Seregno monsignor Enrico Ratti, in carica dagli anni Trenta al 1957 e del di lui successore monsignor Bernardo Citterio che ebbe modo, anche in tali circostanze, di manifestare la sua sensibilità e la sua attenzione verso la popolazione del rione.

Delle diverse celebrazioni di quegli anni si ricorda ad esempio quella del 1950, quando venne costruito a fianco della cappellina appositamente realizzata intorno al Crocefisso, addirittura un campanile con tanto di concerto di campane. L'uso improprio delle quali non sfuggì però alle autorità religiose poiché sull’Amico della Famiglia, il bollettino parrocchiale, del mese di ottobre si dovette leggere: “.. in occasione della solennità del Crocefisso si svolsero i festeggiamenti del rione di via Solferino che ebbero un carattere piuttosto folcloristico, però non mancò la nota religiosa. Ammirato il provvisorio campanile, col suo concerto di cinque campane; ma biasimando il suono di ... Bandiera rossa”.

I toni della sagra strapaesana rischiavano talvolta di prevalere, così come le eccessive aspettative a proposito della scelta del Crocefisso come sede della futura chiesa del quartiere.

Nelle celebrazioni non mancavano quali elementi di contorno la banda musicale S. Cecilia di Seregno, la pesca di beneficenza e per rallegrare bambini, ragazzi e giovani la giostra.

Il tutto durò sino al 1963, anno di inaugurazione della chiesa parrocchiale. Ma della festa del Crocefisso tornò a parlare lo stesso don Luigi Fari sull'Amico della Famiglia del novembre del 1970. " ... È scomparsa in questi giorni - scriveva il parroco di S. Ambrogio - colei che per lunghi anni si era industriata di tenere viva la devozione del bel Crocefisso di via Solferino, la signora Cecchina Confalonieri. Era stata infatti sua l'idea di rimettere in ordine la vecchia icona e di organizzare ogni anno, un pubblico omaggio
Monsignor prevosto, terminate le funzioni della Collegiata per la festa del Crocefisso, si recava in via Solferino per una breve cerimonia che si concludeva con la benedizione. La festa andò acquistando sempre maggiore importanza col passare degli anni e rimase l'unica manifestazione pubblica religiosa di quel rione fino alla costruzione della parrocchia.
Monsignor Bernardo Citterio, alla mia entrata in Sant 'Ambrogio, mi consegnò una busta contenente la bella somma che la buona Cecchina aveva potuto realizzare nei diversi anni precedenti in occasione della festa del Crocefisso.
I suoi funerali sono stati l’espressione più sincera della considerazione e dell’affetto che la Cecchina godeva ... "

Un pubblico riconoscimento ad una persona ma anche ad una iniziativa che fu giocoforza lasciar cadere nel momento in cui iniziava la vita di una comunità parrocchiale, che doveva necessariamente proporre celebrazioni improntate alla maggiore unità possibile tra zone del quartiere tra di loro diverse per caratteristiche sociali e culturali e per tradizioni che se da una parte erano fortemente radicate dall'altra non suscitavano analoghi sentimenti di partecipazione.

Il Crocefisso e la sua festa rimangono in ogni caso una delle manifestazioni più autentiche della fede del quartiere che hanno fatto da "radice" anche alla nuova vita spirituale comunitaria.

Ed ancora oggi la cappelletta con l'artistica croce, rappresenta un simbolo che, anche con l'urbanizzazione dilagante della zona e la inevitabile sistemazione viabilistica che comporterà, dovrà essere in ogni caso preservata e collocata adeguatamente nelle adiacenze. Per rispetto di una memoria e di una profonda devozione dei "padri" del quartiere.

"Sant'Ambrogio una chiesa e la sua gente"