60esimo Parrocchia 17.11.1963-17.11.2023

Liturgia - proposta diocesana per approfondire e valorizzare alcuni aspetti della celebrazione

L’ultimo intervento dell’assemblea nella preghiera eucaristica è l’amen conclusivo. Questa parola ebraica, attestata in tutta la Sacra Scrittura, Antico e Nuovo Testamento, è messa sulle labbra dei fedeli perché possano manifestare la loro adesione di fede alle parole del sacerdote e all’opera di Dio evocata in quelle parole. Nel caso specifico, l’amen che chiude la preghiera eucaristica, è da considerarsi un atto di fede nel sacramento dell’eucaristia e un atto di adorazione rivolto a Gesù, l’Amen di Dio, che anticipa sulla terra l’amen cantato nella liturgia celeste. Ecco perché la sua esecuzione in canto da parte di tutto il popolo di Dio è da considerarsi la sua migliore modalità celebrativa.

IV Domenica di Quaresima (11 marzo 2018) L'Amen al termine della Preghiera Eucaristica"

Leggi tutto: "I SANTI SEGNI”(3) per meglio comprendere la Celebrazione Eucaristica


Dopo il Santo, il secondo intervento dell’assemblea nella preghiera eucaristica è costituito dall’acclamazione che segue il «Mistero della fede» del sacerdote. Nei tre testi a scelta previsti dall’ultima riforma liturgica, in forme diverse, i fedeli dichiarano che l’eucaristia è la memoria efficace della Pasqua del Signore (la sua morte di croce e la sua risurrezione) che attiva in noi l’attesa della ultima e definitiva venuta. La terza acclamazione esplicita inoltre la richiesta che la redenzione operata da Cristo dispieghi nell’oggi della Chiesa il suo dono di salvezza. È bene che i fedeli siano educati a usare tutte e tre le acclamazioni e che le sappiano anche eseguire in canto. È bene infine che esse siano cantate o recitate stando in piedi, dopo essere stati in ginocchio in adorazione durante le parole della consacrazione del pane e del vino.

III Domenica di Quaresima (4 marzo 2018) Mistero della Fede"

Leggi tutto: "I SANTI SEGNI”(2) per meglio comprendere la Celebrazione Eucaristica


Con oggi riprendono gli approfondimenti di singole parti della messa perché la nostra partecipazione oltre che ricca di fede, attiva e devota, sia anche più consapevole di ciò che compiamo attraverso le preghiere e i riti liturgici. Presteremo attenzione ad alcuni interventi dell’assemblea nella preghiera eucaristica. Il primo è il canto del Santo, un inno di lode e un’acclamazione di giubilo, ricco di espressioni bibliche rilette in chiave eucaristica. Dall’adorazione del Dio tre volte santo si passa alla benedizione del Figlio, «che viene nel nome del Signore» per sfociare nell’Osanna, supplica di salvezza e esclamazione di giubilo, rivolta simultaneamente al Padre e al Figlio. Il canto del Santo, può essere eseguito in vari modi, ma non dovrebbe mai escludere totalmente la partecipazione di tutta l’assemblea. Nel canto del Santo, le nostri voci si uniscono a quelle degli angeli e dei santi, così che da risultare un riverbero sulla terra di ciò che si canta in cielo davanti al trono di Dio e davanti all’Agnello.

II Domenica di Quaresima (25 febbraio 2018) - Il canto del Santo, esaltazione della santità del Padre"

Leggi tutto: "I SANTI SEGNI”(1) per meglio comprendere la Celebrazione Eucaristica


 

VI Domenica dopo l'Epifania (12 febbraio 2017) - L'invocazione "O Signore non sono degno"

Le parole che la liturgia ci invita a pronunciare poco prima di accostarsi alla Comunione sono un'ultima invocazione alla misericordia di Dio: "O Signore, non sono degno di partecipare alla tua mensa, ma di soltanto una parola ed io sarò salvato". Richiamano le parole di Gesù al centurione di Cafarnao. La meraviglia e la gratitudine per la possibilità offerta di "fare comunione" con il Signore della gloria si fondono con l'umile riconoscimento della propria indegnità e del proprio peccato. Nessuno può meritare un dono così grande. Siamo beati perchè invitati per grazia alla mensa del Signore.

Leggi tutto: "I SANTI SEGNI”(3) per meglio comprendere la Celebrazione Eucaristica


 

V Domenica dopo l'Epifania - l'atto penitenziale

Subito dopo l’inizio della Santa Messa i fedeli, insieme al sacerdote, compiono l’atto penitenziale, con il quale, davanti a Dio e alla comunità, si riconoscono peccatori e si affidano alla divina misericordia.

Confessando con umiltà il proprio peccato e invocando la grazia del perdono, essi manifestano il loro sincero pentimento e si dispongono a vivere l’intera celebrazione eucaristica (dalla preghiera all’ascolto della Parola; dalla consacrazione alla comunione) con l’animo purificato.

Leggi tutto: "I SANTI SEGNI”(2) per meglio comprendere la Celebrazione Eucaristica


 

Domenica della Santa Famiglia di Nazareth - Il segno della croce con l'acqua santa

Tutta la Messa è un inno alla divina misericordia. Preghiere e canti, silenzi e parole, segni e gesti annunciano che Dio è «misericordioso e pietoso, lento all’ira e ricco di amore e di fedeltà» (Es 34, 6) e invocano da lui la grazia del perdono e la liberazione dal male e dal peccato.

La prima scheda è dedicata al segno di croce con l’acqua benedetta che, facendo memoria del battesimo, purifica il nostro spirito e ci prepara all’incontro con Dio.

Leggi tutto: "I SANTI SEGNI”(1) per meglio comprendere la Celebrazione Eucaristica


 

leggi la tabella di seguito oppure scarica il documento completo in formato PDF.

I Segnidata

I TRE SEGNI DI CROCE

Benedizione finale

La celebrazione dell’Eucaristia termina con la benedizione, che riceviamo
attraverso il segno di croce. Il sacerdote proclama: “Vi benedica Dio
Onnipotente, Padre, Figlio e  Spirito santo” tracciando sull’assemblea il
segno della croce. La benedizione di Dio, che è potenza di vita e di
beatitudine, viene dalla croce del Signore ed è riflesso dell’amore trinitario.
La riceviamo alla fine della Messa, mentre ci disponiamo a uscire dalla chiesa
e a riprendere la nostra vita quotidiana. Questa benedizione ci accompagnerà,
ci sosterrà, ci consolerà e ci guiderà.

27/01/2016

Signatio al Vangelo

Il secondo segno di croce si compie nella celebrazione dell’Eucaristia
al momento della proclamazione del Vangelo. Il sacerdote o il diacono
traccia un segno di croce sulla pagina del Vangelo mentre lo annuncia
e poi traccia lo stesso segno di croce sulla propria fronte, sulle
proprie labbra e sul proprio petto. Tutti gli altri fedeli compiono lo
stesso gesto insieme con lui. Esprimiamo così la convinzione che la
croce è il centro e il riassunto di tutto il Vangelo. Manifestiamo
inoltre il desiderio che la Parola del Vangelo penetri la nostra mente,
luogo dell’intelligenza e della memoria; sia sempre presente sulle nostre
labbra, strumento vivo della nostra reciproca comunicazione; e si radichi
profondamente nel nostro cuore, centro interiore dei nostri sentimenti e
delle nostre decisioni

20/01/2016

Inizio celebrazione

Dopo aver ricordato il valore dei tre silenzi, l’importanza dei gesti
con cui riceviamo il corpo del Signore nella comunione e il significato
delle tre elevazioni del pane e del vino, vogliamo ora fissare
l’attenzione sul segno di croce, che facciamo all’inizio della Messa,
alla proclamazione del Vangelo e al momento della benedizione finale.
Il segno di croce è una professione di fede vera e propria, racchiusa
in un gesto semplice e straordinario. La croce che tracciamo sul nostro
corpo e le parole che pronunciamo richiamano i due misteri principali
della nostra fede: la Pasqua del Signore e la santa Trinità.
Con questo gesto ci dichiariamo cristiani, ricordando il nostro Battesimo,
e insieme consegniamo all’amore onnipotente di Dio ogni azione che iniziamo.
Questo vale in modo particolare per la celebrazione dell’Eucaristia.

13/01/2016