No all'accidia egoista
Quando abbiamo più bisogno di un dinamismo missionario che porti sale e luce al mondo, molti laici temono che qualcuno li inviti a realizzare qualche compito apostolico, e cercano di fuggire da qualsiasi impegno che possa togliere loro il tempo libero. Oggi, per esempio, è diventato molto difficile trovare catechisti preparati per le parrocchie e che perseverino nel loro compito per diversi anni. Ma qualcosa di simile accade con i sacerdoti, che si preoccupano con ossessione del loro tempo personale. Questo si deve frequentemente al fatto che le persone sentono il bisogno imperioso di preservare i loro spazi di autonomia, come se un compito di evangelizzazione fosse un veleno pericoloso invece che una gioiosa risposta all’amore di Dio che ci convoca alla missione e ci rende completi e fecondi. Alcuni fanno resistenza a provare fino in fondo il gusto della missione e rimangono avvolti in un ’accidia paralizzante.
(E.G. 59)
Impegno settimanale
Don a attenzione, affetto, tempo ad un malato. Hai solo da stupirti per quanto amore saprà donarti Dio attraverso di lui.
Domenica 6 marzo
No all'accidia egoista
Es 17,1-11; Sai 35 (36); lTs 5,1-11; Gv 9,1-38b
I suoi discepoli lo interrogarono: «Rabbì, chi ha peccato, lui o i suoi genitori, perché sia nato cieco?». Rispose Gesù: «Né lui ha peccato né i suoi genitori, ma è perché in lui siano manifestate le opere di Dio». Gli replicarono: «Sei nato tutto nei peccati e insegni a noi?». E lo cacciarono fuori. (Gv 9,2-3,34)
Nella mentalità ebraica, al tempo di Gesù, era fortissimo il rapporto tra malattia e peccato. Un malato grave era, di conseguenza, anche un gran peccatore; la malattia era la punizione di Dio per i peccati commessi. I malati venivano allontanati, perché considerati impuri, e non si doveva avere nessun contatto con loro.
In Albania, dove mi trovo, c’è ancora l’usanza di nascondere gli ammalati, di chiuderli in casa, di tenerli lontani dalla gente. Nelle città questa mentalità è stata “estirpata”, ma nei villaggi e nelle montagne è ancora ben radicata. Gesù, invece, s’avvicina agli ammalati che hanno un bisogno estremo d’amore, hanno bisogno di una parola, di un gesto d’affetto, e sanno ricambiare come nessun altro.
Preghiamo
Il Signore è il mio pastore:
non manco di nulla. Su pascoli erbosi mi fa riposare, ad acque tranquille mi conduce.
Rinfranca l'anima mia.
Salmo 23
Lunedì 7 marzo
No all'accidia egoista
Gen 25,19-26; Sai 118 (119),89-96; Pr 22,17-19.22-25; Mt 7,1-5
Perché con il giudizio con il quale giudicate sarete giudicati voi e con la misura con la quale misurate sarà misurato a voi. Mt 7,2
Il popolo albanese è un popolo accogliente ma, a volte, come facciamo anche noi, tende a “misurare” tutto, sia nel bene (sei venuto a trovarmi in ospedale e mi hai portato della frutta, quando tu sarai in ospedale anch’io farò lo stesso) che nel male: (tu hai ucciso uno della mia famiglia, io ucciderò uno della tua). Per l’albanese cattolico l’unico che può fermare questa dinamica è il sacerdote, che agisce in nome di Dio. Anche noi misuriamo quanto gli altri ci fanno in bene o in male?
Preghiamo
Non scacciarmi dalla tua presenza
e non privarmi del tuo santo spirito.
Rendimi la gioia delta tua salvezza sostienimi con uno spirito generoso.
Insegnerò ai ribelli le tue vie e i peccatori a te ritorneranno.
Liberami dal sangue, o Dio, Dio mia salvezza:
la mia lingua esalterà la tua giustizia.
Salmo 50
Martedì 8 marzo
No all'accidia egoista
Gen 25,27-34; Sai 118 (119),97-104; Pr 23,29-32; Mt 7,6-12
Chi di voi, al figlio che gli chiede un pane, darà una pietra? E se gli chiede un pesce, gli darà una serpe? Se voi, dunque, che siete cattivi, sapete dare cose buone ai vostri figli, quanto più il Padre vostro che è nei cieli darà cose buone a quelli che gliele chiedono.(Mt, 7,9-11)
Che cosa non fa un genitore per un figlio? Quindi, che cosa non fa Dio per noi? Quante volte, da adolescenti, dicevamo che i nostri genitori non ci consideravano, non facevano niente per noi, semplicemente perché ciò che ci offrivano non corrispondeva ai nostri desideri?
Il bene che ci vuole Dio, a volte, non lo capiamo subito, perché la sua mentalità è diversa dalla nostra. Noi vediamo sempre il nostro bene, lui vede, prima, il bene di tutti, che poi è anche il nostro. Ci siamo mai accorti di tutto questo?
Preghiamo
Ringraziate con gioia il Padre che vi ha resi capaci di partecipare alla sorte dei santi nella luce. E’ lui che ci ha liberati dal potere delle tenebre e ci ha trasferito nel regno del Figlio, del suo amore, per mezzo del quale abbiamo la redenzione, il perdono dei peccati.
Col 1,12-14
Mercoledì 9 marzo
No all'accidia egoista
Gen 32,23-33; Sai 118 (119),105-112; Pr 24,3-6; Mt 7,13-20
Così ogni albero buono produce frutti buoni e ogni albero cattivo produce frutti cattivi. Ogni albero che dà buon frutto viene tagliato e gettato nel fuoco.(Mt, 7,17,19)
Quali sono i frutti buoni e quali quelli cattivi? Quelli buoni sono i frutti che nascono dall’amore e che generano amore. Quelli cattivi sono quelli che arrivano dall’egoismo e che producono egoismo.
A causa di 46 anni di dittatura comunista in cui ogni albanese veniva spiato e controllato, tante persone si sono chiuse in se stesse, nei propri bisogni, nella propria cerchia familiare, iniziando a guardare l’altro con sospetto. La riapertura alle fedi religiose, dal 1991, ha dato speranza nuova, favorendo nuove relazioni e amore reciproco.
Dio ci libera dall’egoismo che ci opprime, c’imbruttisce, ci chiude gli orizzonti, ci rende sterili.
Lasciamoci liberare da Dio!
Preghiamo
È come albero piantato lungo corsi d'acqua,
che dà flutto a suo tempo: le sue foglie non appassiscono
e tutto quello che fa,
riesce bene.
Non così, non così i malvagi,
ma come pula che il vento disperde;
per ciò non si alzeranno i malvagi nel giudizio
né i peccatori nell’assemblea dei giusti,
poiché il Signore veglia sul cammino dei giusti,
mentre la via dei malvagi va in rovina.
Salmo 1
Giovedì 10 marzo
No all'accidia egoista
Gen 35,9-20.22b-26; Sal 118 (119),113-120; Pr 25,1; 27,9-11a; Mt 7,21-29
Non chiunque mi dice: «Signore, Signore», entrerà nel regno dei cieli, ma colui che fa la volontà del Padre mio che è nei cieli. Chiunque ascolta queste mie parole e le mette in pratica, sarà simile a un uomo saggio, che ha costruito la sua casa sulla roccia. Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ma essa non cadde, perché era fondata sulla roccia.(Mt, 7,21,24-25)
Il ritorno alla libertà, nel 1991, per il popolo albanese ha significato avere la possibilità di parlare, di agire, di professare la propria religione; per molti cristiani, che sono stati imprigionati o uccisi per la loro fedeltà al Vangelo, ha significato non essere più perseguitati.
Chiediamo al Signore che le nostre parole e le nostre opere “camminino insieme”, che la nostra fede sia fondata sulla roccia e che sappiamo fare sempre la volontà del Padre nostro che è nei cieli.
Preghiamo
Signore, apri le mie labbra
e la mia bocca proclami la tua lode.
Tu non gradisci il sacrificio;
se offro olocausti, tu non li accetti.
Uno spirito contrito è sacrificio a Dio;
un cuore contrito e affranto
tu, o Dio, non disprezzi.
Salmo 50
Venerdì 11 marzo
No all'accidia egoista
giorno aneucaristico
Se tu obbedirai fedelmente alla voce del Signore, tuo Dio, preoccupandoti di mettere in pratica tutti i suoi comandi che io ti prescrivo, il Signore, tuo Dio, ti metterà al di sopra di tutte le nazioni della terra. Verranno su di te e ti raggiungeranno tutte queste benedizioni.(Dt, 28,1.2b)
Il Deuteronomio dice che se obbediremo alla sua Parola, Dio ci premierà, farà andare tutto per il meglio, ci preserverà dal male. Nel momento del bisogno, quando succedono delle disgrazie, viene da chiedersi cosa abbiamo fatto di sbagliato e come Dio possa permettere che certe cose accadano, dopo tutto siamo buoni e fedeli. E ci dimentichiamo che Gesù ci ha amato tanto da dare la sua vita per noi.
Dobbiamo ricordare che non ci è stata promessa una vita senza sofferenza, ma che il Signore ci ha donato lo Spirito per aiutarci ad affrontarla.
Preghiamo
Cristo patì per voi,
lasciandovi un esempio, perché ne seguiate le orme:
egli non commise peccato
e non si trovò inganno sulla sua bocca.
Egli portò i nostri peccati nel suo corpo
sul legno della croce,
perché, non vivendo più per il peccato,
vivessimo per la giustizia;
dalle sue piaghe siete stati guariti.
1 Pt 2,21b-22.24-25
Sabato 12 marzo
No all'accidia egoista
Gl 3,1-5; Sai 88 (89); Rm 8,12-17b; Mt 19,13-15
Gesù però disse: «Lasciateli, non impedite che i bambini vengano a me; a chi è come loro, infatti, appartiene il regno dei cieli».(Mt 19,14)
Se leggiamo superficialmente questo brano, sembra voler solo dire che tutti i bambini andranno in Paradiso. Quando Gesù parla del Regno dei cieli, non intende solo l’Aldilà, ma la possibilità per ognuno di realizzare e vivere il Regno di Dio anche qui. Come? Diventando come i bambini, cioè vivendo nella semplicità, capaci di gioire e meravigliarsi per le cose belle, i doni e le attenzioni degli altri. Quando invece siamo egoisti, pensiamo solo a noi stessi, non ci fidiamo più di nessuno, ci ritroviamo nell’ “inferno” della solitudine.
Preghiamo
Signore, non si esalta il mio cuore,
né i miei occhi guardano in alto;
non vado cercando cose grandi
né meraviglie più alte di me.
Io invece resto quieto e sereno:
come un bimbo svezzato in braccio a suo madre,
come un bimbo svezzato è in me l’anima mia.
Salmo 130