I Segni | data |
I TRE GESTI DELLA COMUNIONE
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Comunione in bocca
Rispetto a quella data sulla mano, evidenzia il primato del dono di grazia di Cristo verso chi - come bambini e infermi - dipende in tutto da chi provvede per loro il cibo a tempo opportuno. Oltre che sulla mano, la Comunione può essere ricevuta direttamente in bocca, sulla lingua. Questo gesto pone in evidenza il primato del dono dell’Eucaristia, che si riceve con rispetto e a sostegno della propria fragilità. Il porgere la comunione direttamente sulla lingua assomiglia infatti al gesto di una madre o di un padre che affettuosamente imbocca un figlio piccolo anche al gesto di chi imbocca una persona inferma. La Chiesa rende così evidente la sua funzione di aiuto, di assistenza e di sostegno, mentre offre il grande dono del Corpo del Signore.
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21/06/2015 |
Comunione sulla mano
Uno dei due modi consentiti per ricevere l’Eucarestia. Il gesto esprime la dimensione della grazia elargita e insieme l’apertura senza resistenze, la disponibilità ad accogliere, la recettività umile e fiduciosa, l’adesione convinta e personale. Alla Comunione ci si accosta con fede ricevendo il pane eucaristico o sulla mano o sulla lingua. Sulla mano la Comunione si riceve presentandosi al ministro con le mani aperte una sull’altra, la mano sinistra sopra la mano destra. Il ministro presenta il pane consacrato dicendo «Il corpo di Cristo» e lo depone sulla mano sinistra. Chi lo riceve risponde Amen facendo un piccolo inchino. Quindi, rimanendo davanti al ministro o spostandosi un poco di lato, prende il pane consacrato con la mano destra e se ne ciba. Il gesto è molto semplice ma anche molto espressivo: dice apertura senza resistenze, umile disponibilità ad accogliere e sincera gratitudine per il dono ricevuto.
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14/06/2015 |
Il cammino processionale
Il suo primario valore ecclesiale è quello di rinsaldare i vincoli della carità e della comunione fraterna. Per questo il cammino processionale va compiuto concentrando l'attenzione su ciò che sta per compiersi L’Eucaristia si riceve uscendo dal proprio posto e camminando in processione verso il ministro che la distribuisce. Nella sua semplicità, questo gesto ha un duplice significato. Ci ricorda anzitutto che la vita è un cammino e l’Eucaristia è il pane del cammino. È il nutrimento per tutto l’uomo, sostegno e consolazione nella vita di ogni giorno, con le sue gioie e le sue fatiche, con le sue attese, le sue sorprese, le sue responsabilità. Ci ricorda inoltre che il cammino della vita si fa insieme. Verso l’altare si va uno dietro l’altro perché siamo un popolo in cammino, siamo la Chiesa del Signore. L’Eucaristia ci fa uno in Cristo e ci invita a custodire la comunione che riceviamo in dono.
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07/06/2015 |
I TRE SILENZI
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Il silenzio dopo la comunione
Un’opportuna sosta dedicata alla preghiera, raccomandata per favorire l’interiorizzazione del gesto appena compiuto. E il dialogo con Dio sfocia nell’affidamento a lui delle persone a noi care o delle situazioni che ci stanno a cuore. Il terzo momento di silenzio nella celebrazione Eucaristica si ha dopo la Comunione. Ricevuto il Corpo dl Signore, siamo invitati a immergerci in un dialogo interiore con lui, che ci ha fatto dono della sua presenza e ci riunisce come Chiesa. Quello dopo la Comunione è un silenzio carico di preghiera: una preghiera intima, riconoscente e fiduciosa.
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08/03/2015 |
Il silenzio dopo l'omelia
Un tempo di interiorizzazione necessario al fedele per fare proprio il dono della Parola appena ascoltata, anticipo di una riflessione più prolungata da compiere nella settimana. Richiamata l’importanza del silenzio all’inizio della celebrazione eucaristica, vogliamo oggi soffermarci sul silenzio dopo l’omelia. La liturgia invita a sostare dopo la proclamazione delle letture bibliche e la meditazione proposta nell’omelia. È un tempo di silenzio il cui scopo è quello di dilatare l’ascolto della Parola di Dio e di interiorizzarla. Nella sacra Scrittura il Signore “parla agli uomini come ad amici” (Dei Verbum, n. 2): egli ci attira a sé, ci illumina, ci conforta, ci guida, ci corregge. Il silenzio dopo l’omelia permette alla Parola di risuonare meglio in noi affinché – come accadde ai discepoli di Emmaus – il nostro cuore possa ardere d’amore e il nostro cammino possa diventare più sicuro e sereno. Rimarremo dunque seduti in silenzio per qualche istante dopo l’omelia e prima del canto dopo il Vangelo.
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01/03/2015 |
Il silenzio che precede la celebrazione
Varcare la soglia, il segno della croce, prendere posto, il silenzio esteriore ed esteriore: questi gli atti il cui significato viene approfondito nella I domenica di Quaresima 2015. Cominceremo con il silenzio, ed oggi ci soffermeremo sul silenzio che precede la celebrazione. Entrando in chiesa per la Messa domenicale, fa molto bene trovare un clima di raccoglimento, che certo può anche prevedere qualche prove di canto o qualche comunicazione discreta. Questo raccoglimento diventerà silenzio totale qualche istante prima che suoni la campana per l’inizio della celebrazione. È il silenzio che prepara la mente e il cuore di tutti, che ricorda l’importanza di quanto stiamo per fare, che dispone a ricevere con piena coscienza il grande dono della parola e della presenza del Signore. Se questo silenzio dell’inizio diventerà buona abitudine, produrrà senz’altro molto frutto.
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22/02/2015 |