60esimo Parrocchia 17.11.1963-17.11.2023

 

I Segnidata

I TRE GESTI DELLA COMUNIONE

Comunione in bocca

Rispetto a quella data sulla mano, evidenzia il primato del dono di grazia
di Cristo verso chi - come bambini e infermi - dipende in tutto da chi provvede
per loro il cibo a tempo opportuno.
Oltre che sulla mano, la Comunione può essere ricevuta direttamente in bocca,
sulla lingua. Questo gesto pone in evidenza il primato del dono dell’Eucaristia,
che si riceve con rispetto e a sostegno della propria fragilità. Il porgere la
comunione direttamente sulla lingua assomiglia infatti al gesto di una madre o
di un padre che affettuosamente imbocca un figlio piccolo anche al gesto di
chi imbocca una persona inferma. La Chiesa rende così evidente la sua funzione
di aiuto, di assistenza e di sostegno, mentre offre il grande dono del Corpo
del Signore.

21/06/2015

Comunione sulla mano

Uno dei due modi consentiti per ricevere l’Eucarestia. Il gesto esprime
la dimensione della grazia elargita e insieme l’apertura senza resistenze,
la disponibilità ad accogliere, la recettività umile e fiduciosa, l’adesione
convinta e personale.
Alla Comunione ci si accosta con fede ricevendo il pane eucaristico o sulla
mano o sulla lingua. Sulla mano la Comunione si riceve presentandosi al ministro
con le mani aperte una sull’altra, la mano sinistra sopra la mano destra.
Il ministro presenta il pane consacrato dicendo «Il corpo di Cristo» e lo depone
sulla mano sinistra. Chi lo riceve risponde Amen facendo un piccolo inchino.
Quindi, rimanendo davanti al ministro o spostandosi un poco di lato, prende il
pane consacrato con la mano destra e se ne ciba.
Il gesto è molto semplice ma anche molto espressivo: dice apertura senza
resistenze, umile disponibilità ad accogliere e sincera gratitudine per il
dono ricevuto.

14/06/2015

Il cammino processionale

Il suo primario valore ecclesiale è quello di rinsaldare i vincoli della
carità e della comunione fraterna. Per questo il cammino processionale va
compiuto concentrando l'attenzione su ciò che sta per compiersi
L’Eucaristia si riceve uscendo dal proprio posto e camminando in processione
verso il ministro che la distribuisce. Nella sua semplicità, questo gesto ha
un duplice significato.
Ci ricorda anzitutto che la vita è un cammino e l’Eucaristia è il pane del
cammino. È il nutrimento per tutto l’uomo, sostegno e consolazione nella vita
 di ogni giorno, con le sue gioie e le sue fatiche, con le sue attese, le sue
sorprese, le sue responsabilità.
Ci ricorda inoltre che il cammino della vita si fa insieme. Verso l’altare si
va uno dietro l’altro perché siamo un popolo in cammino, siamo la Chiesa del
Signore. L’Eucaristia ci fa uno in Cristo e ci invita a custodire la comunione
che riceviamo in dono.

07/06/2015

I TRE SILENZI

Il silenzio dopo la comunione

Un’opportuna sosta dedicata alla preghiera, raccomandata per favorire
l’interiorizzazione del gesto appena compiuto. E il dialogo con Dio
sfocia nell’affidamento a lui delle persone a noi care o delle situazioni
che ci stanno a cuore.
Il terzo momento di silenzio nella celebrazione Eucaristica si ha dopo la
Comunione. Ricevuto il Corpo dl Signore, siamo invitati a immergerci in un
dialogo interiore con lui, che ci ha fatto dono della sua presenza e ci riunisce
 come Chiesa. Quello dopo la Comunione è un silenzio carico di preghiera:
una preghiera intima, riconoscente e fiduciosa.

08/03/2015

Il silenzio dopo l'omelia

Un tempo di interiorizzazione necessario al fedele per fare proprio
il dono della Parola appena ascoltata, anticipo di una riflessione
più prolungata da compiere nella settimana.
Richiamata l’importanza del silenzio all’inizio della celebrazione
eucaristica, vogliamo oggi soffermarci sul silenzio dopo l’omelia.
La liturgia invita a sostare dopo la proclamazione delle letture bibliche
e la meditazione proposta nell’omelia. È un tempo di silenzio il cui scopo
è quello di dilatare l’ascolto della Parola di Dio e di interiorizzarla.
Nella sacra Scrittura il Signore “parla agli uomini come ad amici”
(Dei Verbum, n. 2): egli ci attira a sé, ci illumina, ci conforta, ci guida,
ci corregge. Il silenzio dopo l’omelia permette alla Parola di risuonare
meglio in noi affinché – come accadde ai discepoli di Emmaus – il nostro
cuore possa ardere d’amore e il nostro cammino possa diventare più sicuro
e sereno. Rimarremo dunque seduti in silenzio per qualche istante dopo
l’omelia e prima del canto dopo il Vangelo.

01/03/2015

Il silenzio che precede la celebrazione

Varcare la soglia, il segno della croce, prendere posto, il silenzio
esteriore ed esteriore: questi gli atti il cui significato viene
approfondito nella I domenica di Quaresima 2015.
Cominceremo con il silenzio, ed oggi ci soffermeremo sul silenzio
che precede la celebrazione. Entrando in chiesa per la Messa domenicale,
fa molto bene trovare un clima di raccoglimento, che certo può anche
prevedere qualche prove di canto o qualche comunicazione discreta.
Questo raccoglimento diventerà silenzio totale qualche istante prima
che suoni la campana per l’inizio della celebrazione. È il silenzio
che prepara la mente e il cuore di tutti, che ricorda l’importanza
di quanto stiamo per fare, che dispone a ricevere con piena coscienza
il grande dono della parola e della presenza del Signore. Se questo
silenzio dell’inizio diventerà buona abitudine, produrrà senz’altro
molto frutto.

22/02/2015