No al pessimismo sterile
La gioia del Vangelo è quella che niente e nessuno ci potrà mai togliere (cfir Gv 16,22). I mali del nostro mondo - e quelli della Chiesa - non dovrebbero essere scuse per ridurre il nostro impegno e il nostro fervore. Consideriamoli come sfide per crescere. Inoltre, lo sguardo di fede è capace di riconoscere la luce che sempre lo Spirito Santo diffonde in mezzo all ’oscurità, senza dimenticare che «dove abbondò il peccato, sovrabbondò la grazia» (Rm 5,20). La nostra fede è sfidata a intravedere il vino in cui I’acqua può essere trasformata, e a scoprire il grano che cresce in mezzo delta zizzania.
Anche se con la dolorosa consapevolezza delle proprie fragilità, bisogna andare avanti senza darsi per vinti, e ricordare quello che disse il Signore a san Paolo: «Ti basta la mia grazia; la forza infatti si manifesta pienamente nella debolezza» (2 Cor 12,9). II trionfo cristiano è sempre una croce, ma una croce che al tempo stesso è vessillo di vittoria, che si porta con una tenerezza combattiva contro gli assalti del male.
(E.G. 84-85)
Impegno settimanale
Cerco di vedere Gesù nelle persone che incontro e le ricordo nella preghiera.
Domenica 13 marzo
No al pessimismo sterile
Dt 6,4a; 26,5-11; Sal 104(105); Rm 1,18-23a; Gv 11,1-53
Marta disse a Gesù: Signore, se tu fossi Stato qui, mio fratello non sarebbe morto! Ma anche ora so che qualunque cosa tu chiederai a Dio, Dio te la concederà. Gesù le disse: Tuo fratello risorgerà.. (Gv 11,21-23)
Con la morte tutto finisce, non ci sono più nuove opportunità. Si può cercare di fare qualcosa per evitare la morte di un altro, ma chi è morto ormai è perso per sempre. Ci imbattiamo in situazioni dove sembra che non ci sia più niente da fare. Ci sono persone che appaiono irrimediabilmente perse. Ci mettiamo una pietra sopra.
Noi, discepoli come Marta e Maria, siamo chiamati a credere in nuove possibilità di vita, nella risurrezione di situazioni e persone che sembrano sepolte definitivamente. Noi non ridiamo vita a nessuno, solo ci è chiesto di togliere la pietra perché entri la Parola di Vita di Gesù che grida «vieni fuori!». Il Signore dà vita nuova anche a chi sembra condannato per sempre. Anche a noi, anche a me.
Preghiamo
Dio della vita, sempre ci dai la gioia dì poter iniziare di >vo. Che davanti al fratello sepolto nel suo male non ci 'ano te braccia e non desista il nostro impegno di ovalizzare. Gesù, tu apri i sepolcri. Aiutaci a non chiuderli di nuovo, con la nostra indifferenza e passività, sfiducia e rassegnazione.
Lunedì 14 marzo
No al pessimismo sterile
Gen 37,2a-b; 39, 1-6b; Sal 118 (119), 121-128: Pr 27.23-27b; Me 8,27-33
Ma egli, voltatosi e guardando i suoi discepoli, rimproverò Pietro e disse: «Va’dietro a me, Satana! Perché tu non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini».
A volte vogliamo un Dio a nostra misura, secondo i nostri piani, che risponda alle nostre esigenze, un Dio a cui insegnare cos’è la vita. L’individualismo, la preoccupazione di sé, la chiusura al nuovo, il non voler cambiare pensieri e azioni, il cercare nell’immediato la soluzione dei problemi ed il successo, possono corrodere dall’interno la nostra fede, che continuiamo a professare senza seguire il cammino di Gesù, pretendendo che sia lui a seguire il nostro. Gesù è deciso, ma anche paziente con i discepoli: ancora una volta interroga, insegna, si manifesta nel suo amore che si sacrifica fino in fondo. Anche con noi, ancora una volta, aspetta che ci decidiamo a pensare non secondo gli uomini ma secondo la novità del Vangelo della croce.
Preghiamo
Signore, facci capire che perdiamo solo ciò che ci rubano, e non ciò che offriamo. Togli dal nostro cuore la paura della croce, la paura di amare senza misure, di perdonare settanta volte sette, di perder tempo e denaro anche per chi non merita. Signore, insegnaci ad amare secondo la tua croce.
Martedì 15 marzo
No al pessimismo sterile
Gen 25,27-34; Sai 118 (119),97-104; Pr 23,29-32; Mt 7,6-12
Chi di voi, al figlio che gli chiede un pane, darà una pietra? E se gli chiede un pesce, gli darà una serpe? Se voi, dunque, che siete cattivi, sapete dare cose buone ai vostri figli, quanto più il Padre vostro che è nei cieli darà cose buone a quelli che gliele chiedono.(Mt, 7,9-11)
Che cosa non fa un genitore per un figlio? Quindi, che cosa non fa Dio per noi? Quante volte, da adolescenti, dicevamo che i nostri genitori non ci consideravano, non facevano niente per noi, semplicemente perché ciò che ci offrivano non corrispondeva ai nostri desideri?
Il bene che ci vuole Dio, a volte, non lo capiamo subito, perché la sua mentalità è diversa dalla nostra. Noi vediamo sempre il nostro bene, lui vede, prima, il bene di tutti, che poi è anche il nostro. Ci siamo mai accorti di tutto questo?
Preghiamo
Come la cerva anela ai corsi d’acqua,
così I anima mia anela a le, o Dio.L’anima mia ha sete di Dio, del Dio vivente:
quando verrò e vedrò il volto di Dio?
Le lacrime sono mio pane giorno e notte,
mentre mi dicono sempre: «Dov ’è il tuo Dio?»
Salmo 41
Mercoledì 16 marzo
No al pessimismo sterile
Gen 49,1 -28; Sal 118 ( 119), 137-144; Pr 30.1a.2-9; Lc 18,31-34
Poi prese con sé i Dodici e disse loro: «Ecco, noi saliamo a Gerusalemme, e si compirà tutto ciò che fu scritto dai profeti riguardo al Figlio dell’uomo: verrà infatti consegnato ai pagani, verrà deriso e insultato, lo copriranno disputi e, dopo averlo flagellato, lo uccideranno e il terzo giorno risorgerà». Ma quelli non compresero nulla di tutto questo; quel parlare restava oscuro per loro e non capivano ciò che egli aveva detto. (Lc 18,31-34)
«Non capivano nulla» quando Gesù parlava parlava della sua Pasqua a Gerusalemme; non prospetta la Pasqua sua e nostra indicando i cammini di amore crocifisso che vi conducono, il suo parlare ci resta oscuro; e l’oscurità mette paura. Allora, continuando a stare formalmente con lui, andiamo altrove, guidati dalle parole che ci sono più congeniali: quelle della gloria personale e del successo apostolico inseguiti secondo gli schemi del mondo. Se mi dimentico di te, Gerusalemme, si paralizzi la mia destra, mi si attacchi la lingua al palato...
Preghiamo
Dio, Padre di misericordia, donaci lo Spirito che vince ogni paura e infonde l'ardore della fede; apri i nostri orecchi all 'ascolto del tuo Figlio perché lo seguiamo sulle vie del!'amore crocifisso che portano alla piena comunione con Te. Amen.
Giovedì 11 marzo
No al pessimismo sterile
Gen 50,16-26; Sal 118 ( 119), 145-152; Pr 31,1.10-15.26-31 ; 27,9-11a; Gv 7,43-53
I capi dei sacerdoti e i farisei dissero loro: «Perché non lo avete condotto qui?». Risposero le guardie: «Mai un uomo ha parlato così!». Ma ¡ farisei replicarono loro: «Vi siete lasciati ingannare anche voi? Ha forse creduto in lui qualcuno dei capi o dei farisei? Ma questa gente, che non conosce la Legge, è maledetta!». (Gv, 7,45b-49)
Per il suo agire e il suo parlare, per il suo vivere, Gesù suscita stupore: detrattori e sostenitori, increduli e credenti sono accomunati dalla meraviglia per la sua novità. “Mai un uomo ha parlato così!”. La parola eterna di Dio è quella carne in forma di dono; la parola eterna di Dio è quel dito che scrive il perdono sulla terra dura del cuore degli uomini, parola eterna di Dio è quel pianto dell’Amore che trasfigura la vita e la morte di tutti. Parliamo anche noi così? Il mondo si meraviglia per la novità del nostro agire e del nostro parlare? Chiediamo in questa Quaresima che i nostri corpi abbiano la forma di Gesù, che le nostre parole suscitino stupore, non per astratte stranezze, ma per l’accento della misericordia.
Preghiamo
Perché le genti congiurano, perché invano cospirano i popoli? Insorgono i re della terra e i principi congiurano insieme contro il Signore e contro il suo Messia: «Spezziamo, le loro catene, gettiamo via i loro legami». Se ne ride chi abita i cieli, li schernisce dall’alto il Signore
Venerdì 18 marzo
No al pessimismo sterile
giorno aneucaristico
Riconosci dunque in cuor tuo che, come un uomo corregge il figlio, così il Signore, tuo Dio, corregge te. Osserva i comandi del Signore, tuo Dio, camminando nelle sue vie e temendolo(Dt, 8,5-6)
Quanto pessimismo sterile spegne la gioia del Vangelo! Spesso prevalgono anche tra noi i toni del lamento; eppure le misericordie di Dio scandiscono i passi di ogni uomo e donna lungo la storia, inventano i sussulti della bontà e dell’amore, accompagnano la missione della Chiesa a favore dei poveri e dei popoli. Perché non camminiamo sulle sue vie? Perché non osserviamo i suoi comandi? Siamo troppo concentrati su quanto dobbiamo fare noi; dobbiamo tornare invece, grati e commossi, a fare memoria di quanto il Signore ha fatto e fa per noi e per tutti. Soltanto la memoria grata del suo amore fedele nei nostri deserti può suscitare in noi lo sforzo lieto della fedeltà ai suoi comandi.
Preghiamo
Lampada per i miei passi è la tua parola, e luce sul mio cammino. Ho giurato e lo confermo, di custodire i tuoi precetti. Mia eredità per sempre sono i tuoi insegnamenti, sono essi la gioia del mio cuore. Ho piegato 11 mio cuore ai tuoi comandamenti, in essi è la mia ricompensa per sempre
Salmo 119
Sabato 19 marzo
No al pessimismo sterile
Dt 6,4-9; Sal 77 (78); Ef 6,10-19; Mt 11,25-30
In quel tempo Gesù disse: «Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza. Tutto è stato dato a me dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo. Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro».(Mt 11,25-28)
Gesù loda il Padre perché ha rivelato il Regno ai picccoli, ai semplici. La "vera" conoscenza di Dio non si acquista per mezzo di studi e ricerche teoriche, è offerta come dono, libero e gratuito. I "sapienti", pensando di poter conoscere Dio da se stessi, corrono il rischio di creare un Dio a loro immagine. Al contrario, i "piccoli", coscienti dei propri limiti, dipendono unicamente da Dio per conoscerlo. Allora, alla persona che si fa piccola, cioè si rende disponibile ad esser suo discepolo, Gesù rivela Dio, che è "Padre". Inoltre Gesù chiama coloro che sono oppressi e "stanchi" di vivere in una società governata da criteri estranei al Regno, si offre per alleggerire il loro peso. Il Suo "giogo" di amore è leggero, per accoglierlo basta essere umile di cuore come lo è Gesù.
Preghiamo
Signore Gesù, fa' che, contemplandoti mansueto e umile di cuore, io possa conoscere il Padre, e riconoscere in te la manifestazione del suo Amore misericordioso per l'umanità. E con te, aiutare i fratelli a portare il peso dei loro problemi.