60esimo Parrocchia 17.11.1963-17.11.2023

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Gruppo Quinta Elementare (1999)

VENITE CON ME - SARETE MIEI TESTIMONI

2° Incontro genitori - Quaresima - 7 marzo 2010

Siamo alla III settimana di Quaresima:… preparare la finale della Coppa Campioni esige raccoglimento, concentrazione, essenzialità, esercizio sui fondamentali, una oculata alimentazione…

La Quaresima è “kairos”…tempo propizio, tempo per fare il punto della situazione e rilanciarsi, ripartire, …ringiovanire…!

Dove trovare la forza per ripartire, di rinnovarsi?

Nello Spirito di Dio che ha condotto Gesù nel deserto…per donare a Lui la certezza della vicinanza di Dio: “allora il diavolo lo lasciò, ed ecco degli angeli gli si avvicinarono e lo servivano”.

Anche noi possiamo fare questa rigenerante esperienza spirituale.

In ogni Sacramento agisce la potenza trasformante dello Spirito Santo che attua l’intenzione di Gesù Cristo Signore Risorto…

Come avviene questo prodigio nel Sacramento della Confessione-Penitenza-Riconciliazione?

La MATERIA del sacramento della Penitenza sono gli atti del penitente, distinti in tre categorie:

  • contrizione del cuore, che consiste nel dolore del peccato commesso, col proposito di non peccare in avvenire;
  • confessione orale, nella quale il peccatore confessa integralmente al suo sacerdote tutti i peccati di cui si ricorda;
  • soddisfazione dei peccati, ad arbitrio del sacerdote. Si soddisfa specialmente con la preghiera, col digiuno e con l’elemosina.

FORMA di questo sacramento sono le parole dell’assoluzione, che il sacerdote pronuncia quando dice, stendendo le mani sul penitente: “Dio, Padre di misericordia, che ha riconciliato a sé il mondo nella morte e Risurrezione del suo Figlio, e ha effuso lo Spirito Santo per la remissione dei peccati, ti conceda, N.N, mediante il ministero della Chiesa, il perdono e la pace. E io ti assolvo dai tuoi peccati nel nome del Padre e del Figlio e dello spirito Santo”.

MINISTRO di questo sacramento è il sacerdote che ha il potere di assolvere, ordinario o delegato dal superiore.

EFFETTO di questo sacramento è l’assoluzione dai peccati.

La possibilità di perdere la Grazia di Dio con il peccato appare veramente tragica per chi è divenuto membro del corpo di Cristo nel battesimo, si è alimentato con l’eucaristia ed è stato vivificato dallo Spirito; eppure è indiscutibile e reale. Ma Dio che è ricco in misericordia e conosce il fango da cui siamo stati plasmati, ha offerto all’uomo il Sacramento della penitenza, che applica i meriti della passione di Cristo a chi ha mancato dopo il battesimo.

Ogni peccato del cristiano interrompe il flusso vitale che gli deriva da Cristo, ma lo taglia fuori anche dall’organismo sociale del suo corpo mistico, la Chiesa. E’ per suo tramite che si riceve la grazia battesimale e l’incorporazione a Cristo: con la perdita di questa grazia non si rescindono i vincoli soltanto con lui, ma anche con lei, nel cui grembo si rinasce a quella nuova vita contro la quale congiura il peccato.

Il perdono riveste dunque due aspetti: riconciliazione con Dio e ripresa della comunione con la Chiesa. Infatti quelli che si accostano al Sacramento della penitenza ricevono dalla misericordia di Dio il perdono delle offese fatte a lui e insieme si riconciliano con la Chiesa, alla quale hanno inflitto una ferita con il peccato e che coopera alla loro conversione con la carità, l’esempio e la preghiera.

Sappiamo però che nessun sacramento, meno di tutti la penitenza, dev’essere immaginato come una formula fatata che cancella senz’altro la colpa. La penitenza esige primariamente, come materia del sacramento, gli atti contrari del prevaricatore che ha mancato: la metànoia, la conversione, il pentimento, il dolore del male perpetrato, insieme al proponimento di non ricadervi. Siccome però il peccato è contro Dio e contro la Chiesa, si richiede anche la recezione del Sacramento, o almeno il desiderio di riceverlo. Si può certamente avere una riconciliazione di fatto anche senza il sacramento, perché per totale remissione del peccato può bastare la sincera penitenza interiore, la quale però non sarebbe sincera se non comportasse il desiderio e il proposito di ricevere l’assoluzione sacramentale.

Come celebrare questo sacramento?

Come tutti i sacramenti, la Penitenza è un’azione liturgica.

Confessio Laudis: Dopo che mi sono preparato in un clima di preghiera e raccoglimento, illuminato da una pagina della Parola di Dio, entro nel confessionale, saluto il sacerdote, mi inginocchio, faccio il segno di croce e guardando il Crocifisso CONFESSO LA LODE, mi rendo conto del bene ricevuto, dei doni che Dio ogni giorno mi elargisce ed esulto di ciò condividendo la gioia di essere amato da Dio con il Sacerdote…”Ti ringrazio Dio per…”.

Confessio Vitae: Mi accorgo allora di essere stato oggetto di infinite grazie, di aver avuto da Dio innumerevoli doni: chiedo perdono per averli sciupati, CONFESSO IL MIO PECCATO…

“XdonO” di Tiziano Ferro

Xdono…si quel che è fatto è fatto io però chiedo scusa…regalami un sorriso io ti porgo una rosa…su questa amicizia nuova pace si posa…perché so come sono infatti chiedo scusa…regalami un sorriso io ti porgo una rosa…su questa amicizia nuova pace si posa…perdono con questa gioia che mi stringe il cuore a quattro cinque giorni da natale un misto tra incanto e dolore ripenso a quando ho fatto io del male e di persone certo sono tante buoni pretesti sempre troppo pochi tra desideri, labirinti e fuochi comincio un nuovo anno io chiedendoti…

Xdono…dire che sto bene con te è poco dire che sto male con te…è un gioco! Un misto di tregua e rivoluzione credo sarebbe una buona occasione con questa magia di Natale per ricordarti quanto sei speciale tra le contraddizioni e i tuoi difetti io cerco ancora di volerti…

…xdono…qui l’inverno non ha paura…io senza di te un po’ ne ho

qui la rabbia è senza misura…io senza di te…non lo so!

E la notte balla da sola…senza di te non ballerò

Capitano abbatti le mura…che da solo non cela farò

Xdono…

Confessio Fidei: è il momento in cui accolgo la “penitenza” e ascolto il consiglio del Sacerdote: molti peccati recano offesa al prossimo. Bisogna fare il possibile per riparare (ad esempio restituire cose rubate, ristabilire la reputazione di chi è stato calunniato, risanare le ferite). La semplice giustizia lo esige. Ma, in più il peccato ferisce e indebolisce il peccatore stesso, come anche le sue relazioni con Dio e con il prossimo. L’assoluzione toglie il peccato, ma non porta rimedio a tutti i disordini che il peccato ha causato. Risollevato dal peccato, il peccatore deve ancora recuperare la piena salute spirituale. Deve dunque fare qualcosa di più per riparare le proprie colpe: deve “soddisfare” in maniera adeguata o “espiare” i suoi peccati. Questa soddisfazione si chiama penitenza. CONFESSO LA MIA FIDUCIA IN DIO che mi accorda nuovamente il perdono e la pace e accolgo con fiducia l’indicazione che il sacerdote, medico dell’anima, mi consegna per la guarigione spirituale.

…Il Sacerdote

Il confessore non è il padrone, ma il servitore del perdono di Dio. Il ministro di questo sacramento deve unirsi “all’intenzione e alla carità di Cristo”. Deve avere una provata conoscenza del comportamento cristiano, l’esperienza delle realtà umane, il rispetto e la delicatezza nei confronti di colui che è caduto; deve amare la verità, essere fedele al magistero della Chiesa e condurre con pazienza il penitente verso la guarigione e la piena maturità. Deve pregare e fare penitenza per lui, affidandolo alla misericordia del Signore.

Data la delicatezza e la grandezza di questo ministero e il rispetto dovuto alle persone, la Chiesa dichiara che ogni sacerdote che ascolta le confessioni è obbligato, sotto pene molto severe, a mantenere un segreto assoluto riguardo ai peccati che i suoi penitenti gli hanno confessato. Non gli è lecito parlare neppure di quanto viene a conoscere, attraverso la confessione, della vita dei penitenti. Questo segreto, che non ammette eccezioni, si chiama il “sigillo sacramentale”, poiché ciò che il penitente ha manifestato al sacerdote rimane “sigillato” nel Sacramento.

… Questo discorso rimane vero se noi tutti condividiamo la fede cristiana!!!

La mia fede è cristiana o generica?

Questo interrogativo non è da sottovalutare!

Oggi è facile “sentirsi cristiani” ma in realtà vivere senza fede o con una fede molto generica, fatta a misura di razionalità umana. E’ quindi importante lasciarsi guidare da questi due interrogativi.

Quando la fede è cristiana?

Cerco di riassumere in modo semplice e popolare i tratti fondamentali della fede cristiana.

Li focalizziamo in questi 4:

  • Credere in Gesù Cristo come persona vivente.
  • Gesù Cristo non è un “grande” del passato, un maestro di vita entrato nella storia, un uomo straordinario che ha lasciato un messaggio unico e irraggiungibile.
  • Gesù Cristo è il Figlio di Dio, fatto uomo, morto e risorto per essere la salvezza e la luce di ogni uomo, per sempre. SOLO se c’è la certezza di fede in queste verità su Gesù Cristo, si è cristiani. Il primo annuncio cristiano, nella sua essenzialità, viene espresso proprio così all’inizio del Vangelo di Marco: “Vangelo di Gesù Cristo, Figlio di Dio”.
      Lo stesso annuncio viene proclamato nella prima predicazione degli Apostoli dopo la Resurrezione di Gesù. Dice Pietro:
    1. “Uomini di Israele, ascoltate queste parole: Gesù di Nazaret – uomo accreditato da Dio presso di voi per mezzo di miracoli, prodigi e segni, che Dio stesso operò fra di voi per opera sua, come voi ben sapete – dopo che… fu consegnato a voi, voi l’avete inchiodato sulla croce per mano di empi e l’avete ucciso. Ma Dio lo ha resuscitato… e noi tutti ne siamo testimoni”

(At 2, 22-32) Credere in Gesù Cristo come il maestro. Gesù Cristo non è “un maestro” ma IL Maestro. E’ un maestro unico: l’unico veramente degno di tale nome proprio perché viene da Dio ed è vivente in ogni cuore e nel mondo. L’insegnamento vivente di Gesù e il Vangelo. Il credente cristiano crede al vangelo, totalmente e in pienezza.

Credere in Gesù Cristo che ci dona il suo Spirito. Il credente cristiano sa di aver ricevuto e di possedere “come in un tempio” il dono dello spirito Santo. Noi siamo illuminati dallo Spirito di dio e camminiamo nella sua potenza. Lo Spirito Santo in noi è“vita nuova” e “vita eterna”

Credere in Gesù Cristo, “capo” della Chiesa.

Gesù Cristo ha scelto la sua comunità: ha dato ad essa il suo Spirito e rimane presente come“il capo” nel corpo, cioè come centro propulsore di vita.

La Chiesa è quindi “il Corpo di Cristo”. E Cristo ne è come il capo: attraverso i Sacramenti, la vita di Cristo entra in ogni credente.

Chi è Gesù Cristo?

Diamo una risposta presentando i termini con i quali Gesù viene presentato nella Bibbia.

Il Cristo: Cristo vuol dire “consacrato da Dio” e quindi inviato. Gesù è il Messia, il Cristo, l’inviato da Dio Il Signore: è un termine riservato a Dio. La signoria di Dio è quella di dare la vita e la salvezza. Gesù ha rivelato che la signoria di Dio non è farsi servire ma servire fino a dare la vita. Il Figlio: Gesù viene presentato e si presenta come “Figlio di Dio”, cioè “il Figlio unico di Dio, eternamente partecipe della sua vita, eternamente amato”.

Il Verbo fatto carne: Il “Verbo” è la “Parola”. Gesù è la stessa Parola di Dio (= tutto ciò che Dio vuole rivelare e donare) che si fa carne. Il nostro pensiero, per poter raggiungere gli altri, deve farsi voce. Il Verbo di Dio, per donarsi agli uomini, si è fatto uomo.

Emanuele: è il nome rivelato da Dio per Gesù. Emanuele significa “Dio con noi”.

Vero Dio e vero Uomo: La sintesi di tutta la fede cristiana in Gesù può essere proprio questa: Gesù è vero Dio e vero Uomo; un’unica persona, divina e umana insieme.

Chiediamoci:

Chi è Cristo per me? Un uomo eccezionale? Uno sconosciuto? Un’invenzione della Chiesa? Un mito antico e di speranza? Dio fatto uomo?

Quale rapporto ho con Cristo?

Cerco di attuare il suo insegnamento?

Vorrei conoscerlo e amarlo di più?

La fede cristiana INFATTI non consiste nell’aderire a una dottrina o ad una morale ma nella comunione con la persona di Gesù Cristo.

Cristo stesso ha usato l’immagine della vite e dei tralci: Lui è come la vite, noi come i tralci. Se un tralcio si stacca dalla vite diventa secco e non porta frutto. Al contrario, il tralcio che è unito alla vite porta molto frutto.

La nostra comunione con Cristo è iniziata con il Battesimo. Con il Battesimo, infatti, Cristo ci ha innestati in Lui così da vivere in pienezza la vita dei “figli di Dio” e portare frutti di opere buone.

Giustamente si afferma che cristiani non si nasce ma si diventa:

il Battesimo ricevuto da bambino viene riscoperto e vissuto ogni giorno?
Sono contento di aver ricevuto il Battesimo?
Con quale spirito ho chiesto il Battesimo per i miei figli? Sono cosciente del valore del Battesimo in ordine alla mia comunione con Cristo? Effettivamente, il Battesimo mi dona la certezza di avere una vita che viene da Dio e di essere amato da Dio come “figlio?” Sono attento e impegnato a restare in comunione con il Signore?