Lettura: At 4, 8-24; Sal 117 (118); Epistola: Col 2, 8-15; Vangelo: Gv 20, 19-31
La pietra scartata dai costruttori ora è pietra angolare
L’ottava di Pasqua è caratterizzata quotidianamente nel rito ambrosiano dalla presenza dei formulari "nel giorno" e "per i battezzati" (ciascuno con tre letture, Gloria e Credo). La domenica che la conclude come tutte le maggiori solennità è provvista di uno schema fisso di letture, culminante nella celebre pericope dell’apparizione di Gesù a Tommaso, otto giorni dopo la risurrezione. Non è mai stata presente in questo giorno una specifica eucaristia "per i battezzati", "essendo ormai state tolte le vesti battesimali", come ricorda la titolatura rimasta in uso. Un riferimento esplicito al sacramento della rinascita è presente comunque nell’Epistola, che identifica nel lavacro di rigenerazione la partecipazione alla sepoltura di Cristo. Con lui la potenza di Dio ha risuscitato anche i morti "a causa delle colpe", concedendo con il perdono una vita nuova. La Chiesa, continuando a celebrare il mistero pasquale e a lasciarsi raggiungere dall’annuncio della risurrezione, ripetuto anche oggi da Pietro nel brano degli Atti, canta con gioia, mediante le parole del salmo, che l’amore di Dio è per sempre.
La coincidenza del 19 marzo con il sabato "in traditione symboli" e del 25 marzo con il venerdì santo comporta quest’anno il trasferimento delle solennità dell’Annunciazione del Signore e di san Giuseppe, rispettivamente al lunedì e al martedì della seconda settimana di Pasqua. La celebrazione dell’incarnazione del Verbo nel grembo di Maria, prevista nel rito ambrosiano anzitutto nella sesta domenica di Avvento, quando cade nel tempo di Pasqua si arricchisce alle lodi mattutine dell’antifona "ad crucem", sempre sospesa durante la Quaresima. Il testo saluta Maria come la benedetta fra tutte le donne, che introduce nella storia umana il Salvatore del mondo. L’orazione che segue chiede al Padre di concedere a chi ha conosciuto il mistero dell’incarnazione di Cristo, di partecipare alla sua passione e alla sua croce, così da poter giungere alla gloria della risurrezione.
(Don Norberto Valli, in "La Vita in Cristo e nella Chiesa")