60esimo Parrocchia 17.11.1963-17.11.2023

Primo piano di Giovanni Calastri, sullo sfondo il Duomo di Milanoda L'Amico della Famiglia di settembre 2015

"La veste ambrosiana che ho indossato è segno che la mia vocazione si fa sempre più definitiva"

Inviati da Cristo per l'an­nuncio del Vangelo, ab­biamo un messaggio da trasmettere, che si esprime sia con le parole, sia anche con i segni esterni, soprattutto nel mondo odierno che si mo­stra così sensibile al linguaggio delle immagini. L'abito ecclesia­stico ha un particolare signifi­cato: per il seminarista esso ha principalmente il carattere di segno, che lo distingue dall'am­biente secolare nel quale vive [...]. L'abito, pertanto, giova ai fini dell'evangelizzazione ed in­duce a riflettere sulle realtà che noi rappresentiamo nel mondo e sul primato dei valori spiri­tuali che noi affermiamo nell'esistenza dell'uomo.

Per mezzo di tale segno, è reso agli altri più facile arrivare al Mistero, di cui siamo portatori, a Colui al quale apparteniamo e che con tutto il nostro essere vogliamo annunciare.

Famiglia di Giovanni Calastri

San Giovanni Paolo Il, pa­trono della nostra Comunità Pastorale, si esprimeva così circa l'abito ecclesiastico.

La veste ambrosiana, che per la prima volta ho indossato lo scorso 8 settembre davanti alla Chiesa tutta, è segno esteriore del mio cammino vocazionale, della propensione verso Dio, di appartenenza a Lui e a Lui solo e indica la mia disponibilità ad entrare nella vita ecclesiastica.

Anche se forse non si direbbe, non è stato semplice ab­bandonare i modi del vestire comune: indossare l'abito tala­re o il "clergymen" è un conti­nuo esercizio di distacco dalla materialità del mondo, segno di povertà, oltre che di missio­ne. Per questo sono io il pri­mo ad aver bisogno di questo segno visibile e tangibile, che mi ricorda il mio nuovo stato di vita. Oltre che per me, è an­che uno stimolo per gli altri e un rimando al senso del sacro che non dobbiamo perdere, soprattutto nel mondo di oggi.

Non posso non ricordare nella preghiera e ringraziare tutti voi; anzitutto la mia comunità di origine - Sant'Am­brogio - così come i sacerdoti che mi hanno guidato, don Luca e don Giuseppe nell'infanzia, nell'adolescenza don Alessandro e don Giovanni - che mi ha regalato la cotta della vestizione prima di trasferirsi, raccomandandosi che io la indossassi proprio in·questa occasione e infine don Gabriele e don Renato in questi ultimi anni.

Ringrazio abbraccio di cuore i miei genitori, Renzo ed Elena, mia sorella Altea, i miei nonni e i parenti che non senza qualche fatica mi hanno sostenu­to e sono certo mi sosterranno sempre; insieme a loro tutti gli amici e i ragazzi dell'oratorio che non hanno fatto mancare il loro affetto e la loro vicinanza. Mi raccomando, avanti con coraggio, perché la strada di ciascuno di noi è lunga, a volte in salita, ma il Signore non ci lascerà mai da soli.

da Il Cittadino di settembre 2015

Ha ricevuto un abbraccio caloroso dalla comunità che lo ha visto crescere, dinanzi alla quale ha indossato per la prima volta l’abito talare.

La giornata di domenica scorsa rimarrà scolpita nella memoria di Giovanni Calastri, il seminarista che compirà 23 anni tra poche settimane, che nelle celebrazioni eucaristiche ospitate in mattinata nella parrocchiale di Sant’Ambrogio si è presentato per la prima volta con la veste che lo accompagnerà da qui in avanti nel cammino sacerdotale intrapreso con determinazione.

Per essergli accanto, è arrivato anche don Simone Arienti, giovane sacerdote cresciuto a sua volta a Sant’Ambrogio ed amico fraterno del festeggiato. L’appuntamento è stato calendarizzato nell’anniversario della data che ha segnato una svolta importante, la prima, nella vita di Calastri. «Sono passati tre anni esatti -ha commentato l’interessato- da quando ho deciso di verificare più a fondo la mia vocazione e di entrare in seminario. Ringrazio il Signore per il dono della vita, per la famiglia, i sacerdoti, le suore, gli amici e tutte le persone che mi stimano e mi vogliono bene. Il cammino continua ora verso una definitività sempre maggiore».
P. Col.

Giovanni Calastri